La via più diretta per entrare nella terra di Canaan era quella che passava attraverso il territorio di Edom. Gli edomiti erano i discendenti di Esau, gemello di Ya’akov, chiamato anche Edom (Bereshìt, 25:30). Il territorio di Edom si trovava tra il deserto del Neghev e la terra promessa. Da Kadèsh, dove erano accampati, “Moshè mandò degli ambasciatori al re di…
IDEE – PENSIERO EBRAICO
Parashà di Shelàkh: Origine, significato e scopo dello tzitzìt
Alla fine della parashà dopo l’episodio degli esploratori e il rifiuto di proseguire per la Terra Promessa che condannò il popolo ad altri trentanove anni nel deserto, l’Eterno diede ordine a Moshè di dire ai figli d’Israele di fare delle frange (tzitziòt) ai loro vestiti, mettendo su ogni frangia (tzitzìt) nei quattro angoli del vestito un filo di lana azzurra (petìl tekhèlet)…
Parashà di Beha’alotekhà: Il libro incompiuto
Questa parashà è divisa in due parti. La prima parte termina con i preparativi per l’entrata nella terra di Canaan. La seconda parte inizia con le lamentele dell’accozzaglia che era in mezzo al popolo che si lamentava di non aver carne da mangiare. Tra le due sezioni vi sono due versetti noti a tutti coloro che frequentano il bet kenèsset. Il primo versetto…
Parashà di Nassò: Perché si dice “chazàk” ai kohanìm che hanno detto la berakhà
Una delle mitzvòt della Torà è quella della birkàt kohanìm (benedizione dei kohanìm). Nella parashà è scritto: “L’Eterno parlò a Moshè dicendo: Parla ad Aharon e ai suoi figli e di’ loro: Così benedirete i figli d’Israele, dicendo loro: «Che l’Eterno ti benedica e ti protegga; che l’Eterno faccia sì che la sua Presenza ti illumini e ti doni grazia;…
Quelle banot mizvà vestite di bianco
“Quelle banot mizvà vestite di bianco” è il titolo della bella e vivace chiacchierata tra l’amarcord e il ritrovo di famiglia organizzata dall’ADEI WIZO di Torino sulla piattaforma zoom con la partecipazione di rav Luciano Caro, per molti anni vice rabbino della comunità di Torino e di Franco Segre, pilastro e memoria storica di innumerevoli cerimonie religiose del capoluogo piemontese. …
Parashà di Behàr-Bechukkotày: La nostra storia, una valle di lacrime
Nella parashà di Bechukkotày, l’ultima del libro di Vayikrà, la Torà presenta le ricompense per l’osservanza delle mitzvòte le punizione per le trasgressioni. Grandi sono le ricompense: splendida situazione economica e pace. Terribili le punizioni: esilio e persecuzioni. Il capitolo termina con le seguenti parole: “Nonostante tutto questo anche quando saranno nella terra dei loro nemici, non li disprezzerò e non li respingerò fino ad…
Parashà di Emòr: Perché contiamo i giorni dall’offerta del ‘Omer a Shavu’ot?
La mitzvà dell ‘Omer appare nel mezzo della parashà di Emòr (‘Omer-Emòr, un anagramma). Nella parashà viene insegnato quali sono i korbanòt (offerte) da portare nei giorni festivi al Bet Ha-Mikdàsh. La sezione delle feste inizia con lo Shabbàt, seguito dalla festa di Pèsach che cade il 14 del mese di Nissàn e dalla festa delle matzòt dal 15 al 21 del mese. La festa successiva è quella di Shavu’ot, che cade il cinquantesimo giorno dopo il 15 di Nissàn. I quarantanove…
Il 25 aprile e le Liberazioni
Sono infinite le storie che si potrebbero raccontare per celebrare il 25 aprile e la Liberazione, come tante sono state “le liberazioni”. Il Meridione, in parte salvatosi per l’arrivo degli Alleati, Roma e il Centro della Penisola, che hanno subito una violenza terribile ma che non hanno vissuto l’insurrezione; il Nord, che ha vissuto un altro inverno di guerra e…
Parashà di Acharè Mot - Kedoshìm: Le trasgressioni di chi non paga i debiti
Nella parashà di Kedoshìm, che viene spesso letta insieme con quella di Acharè Mot, vi sono diverse mitzvòt che trattano i rapporti di affari. In un versetto è scritto: “Non trattenere (al ta’ashòk) quello che è dovuto al tuo prossimo, non rapinare e non far sì che la paga del salariato resti con te fino al mattino” (Vayikrà, 19:13). L’espressione al ta’ashòkderiva dalla radice ‘ashàk, da cui il sostantivo ‘oshèk, che denota chi…
Parashà di Tazri’a- Metzora’: Perché gli esseri umano soffrono
Le parashòt di Tazri’a e Metzora’, che vengono spesso lette insieme, trattano delle malattie della pelle (tzara’àt) che causavano impurità. R. ‘Ovadià Sforno (Cesena, 1475-1550, Bologna), che era medico, spiega che queste malattie della pelle, che venivano in quattro tonalità di colore bianco e che rendevano impura la persona, non avevano nulla a che fare con malattie molto più gravi che si…