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Ultimo numero Gennaio – Febbraio 2025

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    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vayetzè: Ya’akov ci insegna come comportarsi con le canaglie

    Di Donato Grosser

    Nella parashà precedente Avimèlekh, re dei Filistei, disse ad Yitzchak di uscire dal suo paese perché era diventato troppo ricco (Bereshìt, 26:16). In questa parashà assistiamo a un fenomeno simile quando è raccontato che: “[Ya’akov] sentì i figli di Lavan che dicevano: Ya’akov ha preso tutto quello che aveva nostro padre, e si è fatto tutta questa ricchezza da quello che aveva nostro padre”…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Toledòt: Chi diede il nome alla città di Beersheva’?

    Di Donato Grosser

    In questa parashà viene raccontato che vi fu una seconda carestia, dopo quella che aveva costretto Avraham ad andare in Egitto alla ricerca di pasture per il suo gregge. In questa occasione fu il figlio Yitzchak che uscì dalla terra di Canaan per andare in Egitto e si fermò nel territorio dei Filistei quando l’Eterno gli apparve dicendogli: “Non scendere in Egitto” (Bereshìt,…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Chayè Sarà: Quando muore la mamma e il padre rimane solo

    Di Donato Grosser

    La parashà inizia con il racconto della morte di Sarà, dell’acquisto della Cava di Makhpellà da parte di Avraham e del suo lutto per la perdita della moglie.Avraham e Sarà avevano avuto un solo figlio, Yitzchak. Eppure in tutto questo racconto non vi è una parola su di lui. È solo scritto che Avraham venne a fare un’orazione funebre per Sarà e…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vayerà: Beneficienza e giustizia o giustizia e beneficienza?

    Di Donato Grosser

    Prima di punire Sodoma e Gomorra, l’Eterno lo rivela ad Avraham: “E l’Eterno disse: posso tener celato ad Avraham quello che sto per fare, quando Avraham è destinato a diventare una nazione grande e potente e in lui saranno benedette tutte le nazioni della terra? Io l’ho prediligo perché comanda ai suoi figli e al suo casato dopo di sé,…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    I Responsa Halachici e la forza di fare domande

    Di Eitan Della Rocca

    Dopo l’esilio babilonese e l’inizio della diaspora, il popolo ebraico si trovò nella condizione di non avere più un’autorità centrale come il Sinedrio che stabiliva ogni questione giuridica a cui ogni ebreo doveva attenersi. Nel corso dei secoli, nelle rispettive comunità fiorirono importanti Yeshivòt, Accademie rabbiniche, guidate da autorevoli Saggi che codificavano la Halachà in ragione del contesto storico e…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Lekh Lekhà: La matriarca Sarà in Egitto

    Di Donato Grosser

    La parashà si apre con il racconto delle peregrinazioni del patriarca Avraham: “L’Eterno disse ad Avram:  Vattene dal tuo paese, dal tuo parentado, e dalla casa di tuo padre, nel paese che io ti mostrerò. Farò di te una grande nazione, ti benedirò, renderò grande il tuo nome e sarai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno, e maledirò coloro che ti malediranno;…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Bereshìt: È solo felicità sotto la chuppà?

    Di Donato Grosser

    La sezione dello Shulchàn ‘Arùkh, Even Ha-’Ezer inizia con queste parole: “Ogni uomo è obbligato a prendere moglie...”.  Questo perché nella nostra parashà vi è la mitzvà di “crescete e moltiplicatevi”. Il matrimonio viene fatto con la chuppà che rappresenta la casa dello sposo e i kiddushìn, cioè dando alla sposa un anello che fa sì che ella sia esclusivamente riservata al marito. Il matrimonio è quasi per tutti il giorno…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Parashà di Vezòt Haberakhà: Gli israeliti e l’arte vetraria

    Di Donato Grosser

    Prima di congedarsi dai figli d’Israele, come già aveva fatto il patriarca Ya’akòv, Moshè da’ la sua benedizione alle tribù d’Israele. La prima benedizione è per la tribù di Yehudà; seguono Levì, Binyamin e Yosef. La benedizione successiva è per le due tribù di Issakhàr e Zevulùn: “A Zevulùn disse: rallegrati Zevulùn quando esci [sui mari], e tu, Issakhàr, quando…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Hoshanà Rabbà e l'emozione degli ebrei romani

    Di Daniele Toscano

    Hoshanà Rabbà non solo è l'ultimo giorno di sukkot, ma anche una ricorrenza piena di significati. In particolare, è chiamato anche "Il Piccolo Kippur", per l'importanza che riveste la teshuvà in questa giornata.Come lo scorso anno, il rispetto delle norme anticovid ha limitato gli accessi alle sinagoghe, ma non è mancata la partecipazione degli ebrei romani, i quali attendono sempre…

    IDEE - PENSIERO EBRAICO

    Sukkòt: Perché si legge Kohèlet nel sabato di Chol Hamo’èd Sukkòt?

    Di Donato Grosser

    Nel sabato di Chol Hamo’èd di Pèsach si usa leggere nel bet ha-kenèsset il Cantico dei Cantici (Shir Ha-Shirìm) composto da re Shelomò. A Shavu’òt si legge la meghillà di Rut e a Sukkòt si legge l’Ecclesiaste (Kohèlet), anch’esso composto da re Shelomò.  Pèsach è la festa della liberazione dall’Egitto e dello “sposalizio” tra il Creatore e il popolo d’Israele; il Cantico dei Cantici che si legge a Pèsach è un’allegoria di questo amore tra l’Eterno…