Oggi festeggiamo il 74° anniversario della fondazione dello Stato d’Israele. È per noi una grande occasione di gioia. Non dobbiamo dimenticare che cosa abbia rappresentato questo evento nella storia ebraica, tanto più se si considerano le circostanze in cui è avvenuto. Il popolo ebraico, che pur aveva conosciuto numerosi eventi terribili, arrivò con la Shoà al punto più buio e…
IDEE – PENSIERO EBRAICO
Dal pianto alla gioia
Sono le ore in cui sta terminando il giorno più triste per il popolo ebraico e per lo Stato di Israele: il giorno di Yom Hazikaron. Giorno in cui abbiamo pianto i caduti delle varie guerre di difesa del paese e le vittime dell’odio antiebraico in Israele e nelle comunità della diaspora e stiamo per entrare nel giorno più gioioso:…
Acharè Mot: Davanti alla Presenza divina non c’è grandezza
La prima parte di questa parashà tratta del servizio che il Kohèn Gadòl [il sommo sacerdote] doveva fare nel giorno di Kippur. Questo era il solo giorno dell’anno nel quale il Kohèn Gadòl poteva entrare nella parte più sacra del Bet Hamikdàsh davanti all’Aròn Hakòdesh [l’arca santa] che conteneva le tavole della legge per fare ardere il ketòret [il profumo]. La parashà inizia con un’avvertenza: “L’Eterno parlò a Moshè dopo la morte dei due…
Libertà e liberazione. Pesach 5782
Negli ultimi due anni gli ebrei sono usciti dall’Egitto nella solitudine della propria abitazione individuale. È questo il dato di fatto del Covid, quindi dell’obbedienza dovuta ad uno stato democratico che garantisce e tutela le tradizioni religiose delle minoranze (“la Legge dello Stato è Legge”). Perciò sono stati bloccati dai cosiddetti lockdown tutti gli spostamenti e di conseguenza le riunioni…
Il profondo significato del settimo giorno di Pèsach
Rav Ghedalia Schorr (Polonia, 1910-1979, Brooklyn) in Or Ghedalyahu (Mo’adìm, p. 144) cita un Midràsh(Shemòt Rabbà, 19:8) dove è detto: “E non si dovrà vedere lievito presso di te per sette giorni. Questi sette giorni sono paralleli a quelli tra la redenzione (dall’Egitto) e la separazione del Mar Rosso. Come vi furono all’inizio sette giorni della creazione e come lo Shabbàt ha luogo una…
Pèsach a Roma nell’anno 70 prima dell’Era Volgare
Nello Shulchàn ‘Arùkh, in relazione al minhàg (usanza) di mangiare carne arrosto durante il sèder di Pèsach,rav Yosef Caro (Toledo, 1488-1575, Safed) scrive (O.C., 476:1): “Si mangia carne arrostita dove esiste l’usanza di mangiare arrosto nelle sere di Pèsach; dove non esiste questa usanza non si consuma carne arrostita. Questa è una misura istituita [dai Maestri] affinché la gente non dica che si mangia la carne del sacrificio di Pèsach. In…
Le regole basilari del sèder
Il Séder, che significa letteralmente “ordine”, è la particolare cerimonia che ha luogo nelle prime due sere di Pésach (in Israele solo la prima sera) attraverso la quale si celebra la fine della schiavitù egiziana e l’inizio della libertà del popolo d’Israele.La scelta del termine “Séder”, secondo l’opinione più comune, è dovuta al fatto che il rituale suddetto deve seguire…
Vino e matematica alla tavola del Seder
1. A cosa corrispondo i quattro bicchieri di vino? I Maestri hanno prescritto di bere durante il Seder quattro bicchieri di vino: il primo durante il Qiddùsh, il secondo alla fine del Magghìd, il terzo alla fine della Birkat Hamazòn e il quarto alla fine dell’Hallèl. Il Talmud Yerushalmì spiega che sono in corrispondenza delle quattro espressioni di liberazione riferite a Moshè…
L’ebraismo, una cultura autentica sempre contemporanea – Intervista a Rav Alberto Moshe Somekh
Dal 7 aprile è uscito in tutte librerie il nuovo saggio, edito dalla casa editrice Giuntina, di Rav Alberto Moshe Somekh, dal titolo “L’albero Capovolto”. Somekh è tra le più autorevoli e interessanti voci della Rabbanut italiana e dona ai lettori un testo profondo che nasce dall’esigenza di spiegare la “Torah orale” al pubblico. Ricco di temi di attualità e…
Parashà di Metzora’: Il penitente per eccellenza
Alla fine della parashà di Beha’alotekhà è raccontato che Miriam, sorella di Moshè, disse alcune parole critiche su di lui. Per questo fu punita con la tzara’at. Aharon chiese a Moshè di pregare per la guarigione della sorella maggiore dicendo: “Non lasciare che [Miriam] sia come un morto” (Bemidbàr, 12:12). Rashì (Troyes, 1040-1105) commenta che da qui impariamo che chi è colpito da tzara’at è paragonato a un morto. R.…