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    La cyber guerra che lambisce i confini dell’Europa e che prima o poi esploderà anche da noi

    Chi come noi nella vecchia Europa vive in un mondo apparentemente pacificato, dove le tensioni e le volontà di potenza appaiono lontane, sfocate dalla nebbia della miopia, può credere davvero che il mondo contemporaneo non conosca la violenza, la guerra, l’antisemitismo, se non in spazi residuali dove abitano i “folli” o i “nostalgici”. Se per caso capitano aggressioni e atrocità dalle nostre parti, si tratti delle guerre che hanno devastato l’ex Jugoslavia e l’Ucraina o del terrorismo, cerchiamo in tutti i modi di dimenticarlo, rimuoverlo, considerarlo frutto di “malattia mentale” o di una “eccessiva” risposta a colpe che comunque sono nostre, dell’Occidente, del capitalismo. Ma la guerra c’è, anche non lontano dai nostri confini (in Libria, in Siria), la volontà di dominio non è cessata (e per esempio motiva le mosse della Cina e della Russia) e soprattutto non è sparito l’antisemitismo, più o meno mascherato da “resistenza” contro il “colonialismo sionista”, che poi in sostanza significa l’esistenza di ebrei in territori che l’Islam vorrebbe judenrein. Queste guerre continuano a essere atroci, ma assumono volti sempre nuovi, che le limitano sempre meno alla prossimità territoriale. E’ la guerra del terrorismo, condotta anche nelle pacifiche città dell’Occidente da avanguardie militari che noi spesso accogliamo come rifugiati; coi missili, che ignorano le frontiere e colpiscono al di là dei continenti: l’Iran ne ha parecchi capaci di colpire Israele e anche l’Europa e sta cercando ostinatamente di armarli con l’atomica. 

    L’ultimo teatro di guerra è la rete, che non conosce distanza. Qualche settimana fa l’Iran ha cercato di colpire la rete idrica israeliana – tipico obbiettivo civile della nuova guerra – Israele, che per l’Europa ha il torto di difendersi, ha reagito in maniera precisa ma limitato, mettendo fuori uso il principale porto iraniano. L’altro giorno l’Iran ha colpito altri obiettivi civili, come l’autorità che controlla il lago di Tiberiade, la città di Ramat Hasharon, il servizio di emergenza medica United Hatzalah. L’obiettivo dichiarato in mille modi è “eliminare Israele dalla carta geografica”. Per fortuna Israele si sa difendere anche su questo piano, è tecnologicamente avanzato e non è preda dell’irenismo nichilistico dell’Europa. Prima o poi toccherà però anche ad essa. Si può ignorare la guerra, ma difficilmente la guerra ignora te. Saprà difendersi l’Europa dalla ciberguerra, vorrà difendersi, oltre a moraleggiare sugli “eccessi” di Israele?

     

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