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    Israele: al via la campagna elettorale tra noia e rissosità

    Seguire la politica interna israeliana è un compito frustrante, soprattutto in periodi elettorali. Alle ultima consultazioni hanno ottenuto deputati una decina di liste diverse, molte delle quali composte di più partiti. Alcune altre hanno sfiorato il risultato. Questa molteplicità di soggetti politici è insieme la causa e l’effetto di una notevole rissosità, che rischia a ogni elezione di paralizzare il sistema politico israeliano, richiedendo trattative lunghe e tortuose per la formazione del governo. Dopo le ultime elezioni, per esempio il leader di Israel Beitenu, Liberman, che aveva già provocato la fine anticipata della legislatura precedente, ha impedito la formazione del nuovo governo presieduto da Netanuìyahu, che pure aveva promesso di sostenere durante la campagna elettorale e sostenuto durante le consultazioni del presidente della repubblica. Questa è la ragione delle nuove elezioni, che si svolgeranno a settembre. Insieme al sistema proporzionale puro in un collegio unico nazionale, che favorisce l’estrema frammentazione del quadro politico, il sistema elettorale israeliano ha il difetto di far scegliere ai partiti, per mezzo dell’ordine dei candidati, di scegliere chi sarà eletto. Il risultato è che l’oggetto principale di attenzione è la composizione delle liste, su cui negoziano duramente i diversi gruppi che, sulla base di una certa omogeneità politica, cercano di unirsi per superare la soglia elettorale e avere più deputati. E’ una fase molto noiosa, perché si discute su chi dovrà occupare la prima, o la terza, o la decima posizione in lista, e non dei problemi del paese. Ma in un panorama partitico così frastagliato le liste unitarie sono fondamentali, perché da esse dipende la possibilità di una rappresentanza parlamentare coerente all’orientamento dell’elettorato, che è maggioritariamente schierato per il centro destra. Al 1 agosto le liste devono essere presentate, e allora comincerà la campagna elettorale vera.

     

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