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    Al nord di Israele, una guerra appena cominciata

    Non bisogna farsi illusioni. La guerra che Israele deve sostenere al Nord per difendersi dall’aggressione iraniana è ormai aperta ed è entrata in una fase nuova e più pericolosa. Della fase nuova fanno parte i cinque tunnel (finora) scoperti e distrutti da Israele al confine del Libano senza che la “comunità internazionale” facesse una piega alla notizia che un’organizzazione terroristica (Hezbollah) potesse scavarli in una zona in cui le forze Onu dovrebbero escluderla, secondo gli accordi e le delibere del Consiglio di sicurezza. Ma anche il nuovo atteggiamento russo che di fronte a un attacco israeliano a un magazzino di missili in Siria, ha trovato un nuovo pretesto (il preteso pericolo a due aerei civili) per condannare Israele e permettere alla Siria di sparare missili sul territorio israeliano. E naturalmente anche il ritiro americano di truppe che non intervenivano in questo conflitto, essendo limitate per delibera del Congresso alla caccia all’Isis; ma comunque avevano una certa capacità di dissuasione rispetto all’imperialismo iraniano. Israele è ora direttamente di fronte a Hezbollah, Siria e al loro protettore Iran. In più la Russia spalleggia senza più esitazioni gli aggressori di Israele. La dottrina militare di Israele è chiara dai tempi di Ben Gurion: di fronte a una minaccia chiara e imminente Israele deve difendersi preventivamente e farlo da solo. L’America di Trump, rifornisce Israele di armi e di strumenti tecnologici che Israele non può fabbricarsi da solo per questioni di economia di scala, come gli F35 e dà copertura allo stato ebraico sul piano diplomatico e delle istituzioni internazionali. Ma Israele dovrà difendersi da solo, eventualmente capeggiando una coalizione di stati sunniti minacciati dall’Iran, ed è preparato a farlo, anche contro le interferenze russe. Nell’ultimo attacco aereo infatti sono stati distrutte postazioni contraeree fornite da Mosca alla Siria, e sconfitte le contromisure elettroniche russe. Bisogna essere preparati: al confine con Siria e Libano la guerra è solo cominciata.

     

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