Shoà, Israele, antisemitismo ed antisionismo. Questi sono stati i temi affrontanti al congresso dell’European Jewish association (EJA) a Cracovia per la giornata della memoria. Ricordare la Shoà e condannare tutti gli eventi che dal 7 ottobre hanno riportato il terrore tra gli ebrei del mondo. Il simposio iniziale ha visto l’intervento dei leader delle comunità ebraiche europee. I vari esponenti hanno manifestato preoccupazione per il crescente antisemitismo legato alla guerra in Israele. Inoltre dai loro discorsi è emerso come non ci sia troppa differenza tra l’odio antisemita di oggi e di ottanta anni fa. “Mio padre mi diceva di non spaventarmi perche un’ altra Shoà non sarebbe ricapitata. Ma ora non è più cosi. Bisogna essere vigili” ha affermato Rav Binyonim Jacobs, illustre rabbino olandese.
Molti sono stati i leader politici e le personalità che sono intervenuti e che hanno mostrato vicinanza ad Israele, sostenendo il diritto dello stato ebraico a difendersi: a partire dall’ex Presidente dello Stato d’Israele Reuven Rivlin, poi il ministro della diaspora Amichai Chickli e l’ ex primo ministro francese Emanuel Valls. “Dopo il massacro del 7 ottobre Israele deve continuare a combattere per la civiltà. Con Hamas non si può raggiungere il desiderio di pace” ha detto Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Si è compreso dagli interventi che una delle sfide per arginare l’odio antiebraico alle radici è l’educazione. “Dobbiamo educare le generazioni future sul valore della dignità” ha suggerito il ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara.
Inoltre nel suo discorso il ministro ha ribadito il diritto di Israele ad esistere e che l’antisionismo è ed equivale all’antisemitismo. Tra gli ospiti dell’evento anche Elon Musk, che ha tenuto una conversazione con l’influencer Ben Shapiro dopo la visita nel campo di sterminio di Auschwitz Birkenau. “Penso che mi ci vorranno un pò di giorni per capire la grandezza della tragedia” ha detto Musk che non ha fatto mancare la sua solidarietà verso Israele “Bisogna smetterla con l’idea che la parte più debole ha ragione, soprattutto se questa vuole ucciderti”. Al proprietario di X è stato donato un frammento di un razzo caduto nel kibbutz di Be’eri trasformato in un’opera d’arte con una scritta incisa “mai più”. Il congresso è terminato con la visita e la cerimonia di commemorazione ad Auschwitz Birkenau. Il Rav Binyonim Jacobs ha recitato il kaddish per tutte le vittime della Shoà e ogni leader europeo che ha partecipato ha deposto una corona di fiori. Il presidente dell’Eja Rav Menachem Margolin ha concluso il congresso affermando che “never again” non è solo un modo di dire bensì un modo di agire. Oggi più che mai è necessario agire poichè il popolo ebraico si trova ad affrontare una delle sfide più grandi da dopo la Shoà.