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    EUROPA

    L’accusa assurda dell’Algeria sul caso Imane Khelif: la colpa è dei “sionisti”

    Trattandosi di sport e Olimpiadi, mai così appropriato è da recitare una vecchia battuta: “È colpa degli ebrei e dei ciclisti”. Ci sarà sempre qualcuno che, istintivamente, chiederà “Perché dei ciclisti?”, rimanendo poi spiazzato davanti alla replica: “E perché degli ebrei?”.
    A quanto pare secondo l’Algeria anche del caso dell’atleta Imane Khelif alle Olimpiadi di Parigi è tutta colpa di quei malvagi sionisti, come riportano alcune testate.
    Così la delegazione olimpica sostiene che sia stata la “cospirazione sionista” a scatenare le polemiche attorno alla partecipazione di Khelif nella categoria femminile di pugilato alle Olimpiadi. Non solo incolpa gli ebrei, ma sottolinea che “la lobby sionista avrebbe voluto demotivare psicologicamente Imane Khelif”.
    Dal suo primo incontro alle Olimpiadi di Parigi, la pugile algerina Imane Khelif è stata coinvolta in una tempesta – mediatica e non solo – di polemiche, scoppiate con la sconfitta dell’atleta italiana Angela Carini, che ha gettato la spugna dopo 46 secondi di match. La storia è nota.
    Adesso, come nei più banali dei clichè antisemiti, l’Algeria è tutta colpa della lobby sionista. Yassine Arab, direttore del Comitato Olimpico e Sportivo algerino, ha fatto affermazioni sulle forze che, a suo dire, avrebbero preso di mira Khelif. “La lobby sionista vuole demotivare mentalmente Imane. Ma lei è molto forte. Non vogliono che una ragazza musulmana o una ragazza araba vada più in alto nel livello del rango della boxe femminile” ha detto Arab. “Ombre sioniste”, dunque, anche sulle Olimpiadi ma almeno i ciclisti questa volta sono salvi…

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