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    EUROPA

    Con una grande mostra di André Steiner entrano nel vivo al MAHJ di Parigi le Olimpiadi nella cultura

    Parigi è ai blocchi di partenza per i Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024. L’entusiasmo comincia a crescere a pochi mesi dall’attesissimo evento, che dovrebbe riunire nella capitale francese milioni di persone provenienti da tutto il mondo. Nelle prossime settimane verranno inaugurati alcuni eventi culturali e artistici nell’ambito delle Olimpiadi della Cultura: tra questi, giovedì 16 maggio il MAHJ – Musée d’art et d’histoire duJudaïsme – dedica la mostra ‘Le corps entre désir et dépassement’ al fotografo ungherese André Steiner, pioniere della “Nuova Visione”, che espresse il suo talento catturando corpi atletici in movimento a Parigi negli anni ’30.
    André Steiner si avvicinò alla fotografia spinto dalla passione per la sua giovane fidanzata e dall’amore per lo sport. Nato in Ungheria nel 1901, fu uno dei primissimi utilizzatori di una Leica nel 1924; la macchina fotografica gli era stata data in uso durante la sua formazione scientifica presso la prestigiosa Technische Universität di Vienna. Realizzò una serie di nudi di Léa Sasson, conosciuta come Lily, la sua futura moglie. Nel 1928 lasciò Vienna per Parigi per l’inasprirsi dell’antisemitismo in Austria. Dopo aver abbandonato il suo lavoro di ingegnere del suono, André Steiner scelse di dedicarsi esclusivamente alla fotografia, esplorandone ampiamente le possibilità. Aprì uno studio e lavorò a lungo con la stampa. Nella sperimentazione delle immagini divenne subito uno dei sostenitori dell’estetica tedesca della “Nuova Visione”, che contribuì a diffondere in Francia.

    Campione di decathlon ai Giochi Mondiali Universitari (Universiadi) del 1928 e allenatore di nuoto a Vienna presso il club sportivo ebraico Hakoah (“Forza” in ebraico), André Steiner si dedicò a Parigi alla fotografia sportiva, ancora poco esplorata. Divenne uno specialista del corpo in movimento e del nudo. Sostenitore dell’ideale comunista, nel 1919 partecipò alla breve durata della Repubblica dei Consigli in Ungheria, interpretò il corpo fotografato come un manifesto sia individuale che sociale. Negli anni ’30 la sua concezione del corpo era condivisa dalla rivista VU, per la quale André Steiner scattò fotografie di sport e danza, contribuendo a forgiarne lo stile distintivo. Dopo essersi arruolato nel 1939 nell’aeronautica francese, pochi mesi dopo ne venne espulso, in quanto ebreo e straniero, lasciò così Parigi per il sud della Francia, prima di unirsi alla Resistenza. Dopo la guerra, André Steiner ottenne la nazionalità francese, fece ritorno a Parigi dove si specializzò in fotografia applicata alla tecnologia e alla scienza emorì nel 1978.
    La mostra, curata da François Cheval e Nicolas Feuillie, rimarrà aperta fino al 22 settembre, è resa possibile da prestiti eccezionali del Museo Nicéphore Niépce di Chalon-sur-Saône e del Musée national d’art moderne – Centre Pompidou.

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