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    EUROPA

    Anche in Europa si diffondono le proteste violente contro Israele nelle università

    Dopo le università statunitensi, la protesta contro Israele si è allargata anche nelle sedi delle università europee. Da Roma a Bologna, da Losanna a Parigi sono numerosi gli studenti che contestano l’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, dove sono ancora detenuti decine di ostaggi catturati dai terroristi di Hamas durante l’attacco nel sud di Israele del 7 ottobre, quando migliaia di miliziani hanno fatto irruzione nel territorio israeliano uccidendo, mutilando, stuprando e rapendo neonati, bambini, adulti e anziani.

    Gli studenti chiedono l’interruzione delle partnership dei propri istituti universitari con quelli israeliani e la fine della guerra. In Italia sono stati gli studenti dell’Università di Bologna i primi a mobilitarsi, ma tende e proteste sono già apparse in numerosi altri atenei, da Torino alla Sapienza a Palermo.

    Sono proteste organizzate che si affidano anche a veri e propri manuali, come rivelato da Il Tempo, come quelli di “Palestine Action US”. Manuali sui quali gli studenti possono trovare suggerimenti su come evitare di essere arrestati, su come manifestare, sulle situazioni che potrebbero dover affrontare con le forze dell’ordine. Manuali che suggeriscono anche di aprire le porte a manifestanti esterni.

    La chiamano la “Intifada delle università” e dovrebbe raggiungere il proprio apice il 15 maggio, il giorno della Nakba, catastrofe in arabo, con riferimento all’esodo dei palestinesi del 1948, quando è prevista una grande manifestazione. È per quel giorno che il movimento Giovani palestinesi d’Italia (Gpi) ha invitato gli studenti ad accamparsi nei cortili degli atenei.

    Nel frattempo proteste e scontri dilagano negli atenei europei suscitando la preoccupazione degli studenti di religione ebraica. L’Unione degli studenti ebrei del Regno Unito e dell’Irlanda ha detto al The Guardian che “Gli studenti hanno il diritto di protestare, ma gli accampamenti creano una atmosfera tossica e ostile nel campus per gli studenti ebrei”. Già negli Stati Uniti alcuni studenti di religione ebraica hanno espresso timori. Tra questi, alcuni studenti della Columbia University hanno rivelato a NBC News di aver lasciato il campus e che evitano di indossare simboli che possano identificare la loro fede religiosa dopo essere stati presi di mira, a volte anche con sputi e strattonamenti.

    Tornando all’Europa, proteste e scontri hanno interessato anche la Svizzera dove ci sono state proteste nelle università di Losanna, Ginevra e Zurigo. A Losanna centinaia di studenti hanno iniziato un sit-in giovedì scorso al grido di “From the river to the sea, Palestine will be free”, il discusso slogan diventato l’emblema delle manifestazioni del 2024 che, tuttavia, allude alla cancellazione dello Stato di Israele. Lunedì sera gli studenti hanno rifiutato di evacuare la sede universitaria come richiesto dal rettorato. Nonostante le rivendicazioni degli studenti, l’Università di Losanna ha risposto che “non c’è alcun motivo per interrompere i rapporti accademici con le università israeliane”.

    Martedì, in Olanda, una cinquantina di manifestanti hanno protestato davanti alla biblioteca dell’Università di Utrecht. Sempre in Olanda, lunedì 169 persone sono state arrestate nell’accampamento dell’Università di Amsterdam in seguito a scontri con la polizia scoppiati dopo che gli studenti hanno rifiutato di lasciare il campus universitario. Anche a Parigi sono stati arrestate alcune decine di studenti che avevano occupato un’ala della Sorbona.

    Sempre a Parigi, la polizia è dovuta intervenire più volte nel corso della scorsa settimana per disperdere alcuni studenti che manifestavano ostacolando il regolare svolgimento delle attività didattiche in un caso rifiutando anche di lasciare un’ala di Sciences Po .

    Anche in Germania gli studenti si sono accampati nel cortile del campus della Free University di Berlino, tentando anche di occupare spazi universitari. Gli studenti hanno piantato tende in numerose altre università in Irlanda, Belgio, Regno Unito, Spagna, Danimarca, Finlandia oltre che in Italia.

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