“Il progetto Zakhor/Ricorda – spiega la curatrice e storica dell’arte Calò – ruota intorno ad una domanda: quanta cultura è stata sottratta irrimediabilmente all’umanità a causa della barbarie nazifascista? La perdita non è quantificabile”.
Sei i Musei civici di Roma Capitale che partecipano all’iniziativa: Centrale Montemartini, Galleria d’Arte Moderna, Museo dell’Ara Pacis, Museo in Trastevere, Museo di scultura antica Giovanni Barracco, Palazzo Braschi ospitano ciascuno un’installazione video che riproduce un’opera realizzata da un artista contemporaneo israeliano.
“La mostra – continua la curatrice – è stata pensata come un’esposizione di opere trasmesse attraverso un video. Il mezzo diviene messaggio: l’opera nella sua riproducibilità ci fa riflettere sulla sua fugacità e sul fatto che ciò che vediamo sarebbe potuto esistere, se solo fosse stato portato a compimento il piano della soluzione finale. I sei artisti israeliani coinvolti, infatti, sono figli o nipoti di sopravvissuti alla persecuzione antisemita, alcuni di loro di seconda generazione ovvero nati dopo la Seconda guerra mondiale”.
Boaz Arad, Vardi Kahana, Dani Karavan, Simcha Shirman, Micha Ullman e Maya Zack trattano il tema della Shoah da diversi punti di vista, “dalla provocazione alla riflessione profonda, dall’accusa alla resilienza, in nome del ricordo e della memoria che deve essere custodita e tramandata affinché ciò che è stato non cada nell’oblio”.
“Il progetto espositivo – ha detto l’Assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Roma Giordana Moscati – offre uno sguardo alternativo e innovativo. E’ un nuovo modo per trasmettere la memoria”.
La mostra è stata organizzata dall’ Ufficio Culturale dell’Ambasciata d’Israele in Italia e dalla Comunità Ebraica di Roma– Assessorato alla Cultura e Archivio Storico, in collaborazione con l’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale e la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.