La Comunità Ebraica di Roma e la Fondazione per il Museo Ebraico di Roma hanno inaugurato la mostra “1849-1871. Ebrei di Roma tra segregazione ed emancipazione”, curata da Giorgia Calò e Francesco Leone. In occasione dei 150 anni dalla proclamazione di Roma capitale del regno d’Italia, l’esposizione ripercorre gli anni che vanno dalla Repubblica Romana del 1849 fino ad arrivare alla tanto agognata proclamazione di Roma capitale nel 1871. Una narrazione resa possibile attraverso diversi piani di lettura: da quello artistico a quello documentaristico. Un dialogo fatto di sguardi di uomini che hanno fatto la storia, che si coniugano dal pittorico allo scultoreo.
“Questa mostra rappresenta la vittoria di una scommessa, bisognava comprendere a fondo i tempi della ripresa rispetto alla realizzazione di un progetto ambizioso come questo; un progetto non solo espositivo ma anche di ricerca, che coinvolge varie figure tecniche. Il Museo ha lavorato infatti con l’Archivio storico a quattro mani, per riportare alla luce opere che erano esposte nella collezione, ma che forse non avevano trovato piena consapevolezza rispetto alla ricerca storico-artistica – condivide Alessandra Di Castro, Presidente Della Fondazione per il Museo Ebraico di Roma – per cui oggi posso dire che abbiamo vinto questa scommessa. Proprio ieri abbiamo unito il comitato tecnico- scientifico per parlare di progetti futuri, e successivamente, abbiamo visitato tutti insieme la mostra. Rivedendo il progetto che abbiamo portato avanti e costruito pronto per essere esposto al pubblico siamo rimasti molto commossi”
L’esposizione mette in evidenza, il forte senso di patriottismo e il coinvolgimento ebraico per la nascita dello stato italiano. Un percorso in cui, in maniera sinergica si intrecciano lo spirito risorgimentale, e la storia del popolo ebraico. Un forte orgoglio identitario unito alla voglia di emancipazione, sono i sentimenti che contraddistinguono la Comunità israelitica di quel tempo, che culminerà con lo smantellamento totale del ghetto, il serraglio degli ebrei. “Quello che emerge da questa mostra, e che mi colpisce personalmente, è proprio il desiderio di rivendicazione di piena italianità degli ebrei della penisola, in particolare degli ebrei romani” spiega la Presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello durante la conferenza stampa.
Un percorso espositivo ricco, composto da 70 opere che dipanano il racconto storico tra: dipinti, sculture, manoscritti, sculture e documenti. Ma non solo, un progetto ancora più audace che restituisce al visitatore un viaggio multisensoriale, grazie ad installazioni video e sonore rese possibili attraverso le musiche, realizzate in epoca rinascimentale, dal musicista ebreo romano Amadio Di Segni. Si tratta degli Inni musicali che furono composti in omaggio al Re Vittorio Emanuele.
Quello che la mostra offre, è un viaggio storico artistico attraverso un percorso capace di testimoniare le vicende belliche che hanno fatto la storia dell’Italia, e che a loro volta quasi casualmente, si rispecchiano nella storia del popolo ebraico anche grazie al coinvolgimento degli ebrei stessi, in particolar modo degli “ebrei soldati”; coloro che, non solo imbracciano le armi, ma dipingono le vicende di battaglie che vivono in presa diretta. “L’emancipazione diventa un grimaldello. Da un piano concreto si passa ad un piano ideale, permettendo alla storia del popolo ebraico di intrecciarsi alla grande storia attraverso un comune valore eroico identitario” spiega il Prof. Francesco Leone, uno dei curatori della mostra.
La mostra, esposta presso il Museo Ebraico di Roma, sarà visitabile dal 10 novembre al 27 maggio 2022.