“44 bambini deportati non sono una mera statistica, ma 44 tragedie che continuano ad arrecarci dolore”: così Serge e Beate Klarsferld, parlano della mostra ‘Tu te souviendras de moi’ Paroles et dessins des enfants de la maison d’Izieu, 1943-1944 che verrà inaugurata mercoledì sera al MahJ di Parigi. Organizzata in collaborazione con la Biblioteca Nazionale di Francia e con la Casa Museo Memoriale dei bambini ebrei sterminati a Izieu l’esposizione presenta 150 fotografie, documenti d’archivio e disegni realizzati dai 105 bambini di età compresa tra i 3 e i 16 anni che cercarono rifugio nella colonia di Izieu, a circa 80 chilometri da Lione, tra maggio 1943 e il 6 aprile 1944.
Quella di Izieu è una vicenda per certi versi analoga a quella di Villa Emma, che si concluse tragicamente a differenza di Nonantola. Sabine Zlatin, infermiera della Croce Rossa francese, il marito Miron, ingegnere agricolo, e alcune organizzazioni ebraiche crearono, nell’aprile 1943, nella valle del Rodano un nascondiglio protetto, dopo l’8 settembre la zona, che era fino a quel momento occupata dall’esercito italiano, cade sotto il controllo tedesco. Nel gennaio 1944 fu arrestato e deportato il medico della colonia. Il 6 aprile 1944, sette educatori e quarantaquattro bambini e ospiti della villa vennero arrestati per ordine della Gestapo di Lione, comandata da Klaus Barbie, con l’accusa di essere ebrei. Dopo aver subito tutti, indistintamente, quindi anche i bambini di 4-5 anni, un interrogatorio della polizia politica tedesca, vennero deportati ad Auschwitz-Birkenau. 42 bambini e 5 adulti vennero gasati nel campo di sterminio, 2 adolescenti e il direttore della colonia, vennero deportati un mese dopo e fucilati il 31 giugno in Estonia. Di tutto il gruppo, una sola educatrice è riuscita a sopravvivere. Oggi a Izieu esiste una importante realtà museale e memoriale, istituita in seguito al processo al criminale nazista Klaus Barbie, avvenuto a Lione nel 1987.
Del piccolo borgo di Izieu sono visitabili la casa, il luogo in cui i bambini vissero con i loro educatori, e il granaio, adibito a mostra permanente. Un altro edificio è utilizzato come sede degli uffici del Museo, e dispone di una sala didattica attrezzata. Nella casa l’allestimento museale, molto leggero ed evocativo, propone ritratti dei bambini nelle diverse stanze, le loro lettere e i disegni nella sala allora adibita a mensa. Nel granaio, che è anche il punto di accoglienza dei visitatori, è allestita una mostra permanente che narra le vicende di Izieu nel quadro dell’occupazione tedesca della Francia, del regime collaborazionista di Vichy e della persecuzione antiebraica in Europa. Un approfondimento specifico è dedicato alla figura di Barbie, e alle fasi del suo processo.
Il piccolo Georges Halpern, che i genitori avevano inviato ad Izieu sperando di salvarlo dai nazisti, appena arrivato scrisse alla madre: “Cara mamma, ti mando 10000000000 baci. Tuo figlio che ti ama tanto. Qui ci sono grandi montagne e il villaggio è proprio carino. Vi sono molte fattorie e noi andiamo in giro a cercare fragole e bacche. Ti abbraccio con tutto il cuore. Georgy.” Parole che rimangono nel cuore in un abbraccio ideale e in un ricordo imperituro dei i 6 milioni di ebrei uccisi dalla Shoah.