Nel nuovo libro di Emanuele Fiano “Ebreo.” (Piemme) la storia personale incontra quella dell’ebraismo. L’On. Fiano costruisce un mosaico di esperienze e di personaggi che declinano il significato di essere ebrei in diverse forme. «Questo libro nasce dalla voglia di esplicitare un trinomio che caratterizza la mia visione dell’ebraismo: orgoglio, responsabilità e sensibilità – spiega Fiano a Shalom – Uno dei princìpi dell’ebraismo è la responsabilità, che ho sempre portato nelle mie battaglie politiche. Sento una profonda sensibilità ed è per questo che mi batto sempre per chi ne ha bisogno. Riesco a percepire l’importanza di esser sensibili verso il prossimo proprio perché gli ebrei sono sempre stati “l’altro”». Il punto forte del libro è proprio il racconto privato di Fiano, che va dall’esperienza socialista nei kibbutzim all’impegno politico, fino ad arrivare al rapporto con la memoria, contraddistinto dall’esperienza diretta di suo padre, Nedo Fiano, deportato ad Auschwitz ed unico sopravvissuto della sua famiglia. «Ho scritto il mio primo libro, “Il profumo di mio padre”, nella fase in cui i miei genitori stavano man mano perdendo coscienza. Ho cominciato a riflettere su quel rapporto che lega i genitori e i figli, sulla trasmissione dei valori, dei principi e delle tradizioni – condivide l’autore – Dopo che entrambi i miei genitori sono venuti a mancare, avendo una vita pubblica da politico, non volevo ci fossero dubbi sull’orgoglio della mia identità ebraica».