Questa sera Torinodanza inaugura l’edizione del Festival 2021 con il debutto in prima nazionale di Chapter 3: the Brutal Journey of the Heart, terzo capitolo della trilogia dell’amore proposta dalla compagnia di danza israeliana L-E-V (“cuore” in ebraico) di Sharon Eyal e Gai Behar.
Torinodanza Festival 2021, diretto da Anna Cremonini e realizzato dal Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, conferma la sua vocazione internazionale coinvolgendo 11 paesi e proponendo, dal 3 settembre al 29 ottobre 2021, 14 titoli per 35 rappresentazioni con 9 prime nazionali.
Dopo il successo di OCD Love e Love Chapter 2 presentati a Torinodanza nel 2018, assisteremo ad una nuova immersione nelle relazioni, nelle dinamiche dei sentimenti, nello strazio del dolore, nella paura dell’abbandono, nel vuoto degli addii, sempre racchiusi nel cosmo del suono live di Ori Lichtik. Le luci dello spettacolo sono di Alon Cohen, mentre l’atmosfera sensuale della danza è esaltata dai costumi, simili a body, di Maria Grazia Chiuri, head designer di Christian Dior Couture.
Sharon Eyal è nata in Israele nel 1971, si è formata alla Batsheva Dance Company, lavorando poi nella compagnia come Direttore artistico associato e successivamente come Coreografa residente. Nel 2013 ha fondato la compagnia L-E-V e con Gai Behar realizza lavori che potrebbero trovare spazio in un club techno così come in un teatro d’opera, valorizzati dalle musiche originali di Ori Lichtik, che evocano l’universo clubbing in un dialogo continuo con la partitura coreografica. Sharon Eyal fa della tecnica Gaga, il metodo didattico elaborato da Ohad Naharin e diventato un vero e proprio linguaggio della danza, un affresco di fondo su cui disegna i gesti particolarissimi dei suoi danzatori.
Gai Behar, nato in Israele nel 1977, ha avuto un’ampia influenza sulle scene di musica dal vivo, arte e vita notturna di Tel Aviv per quasi un decennio. Ha prodotto musica live, eventi artistici underground e rave techno. Con Ori Lichtik, Behar ha suonato in Anna Frank 14, una formazione tecno-acustica basata principalmente su ritmi e melodie minimaliste.
In Chapter 3: The Brutal Journey of the Heart il movimento sembra provenire dal più profondo luogo dell’anima, trascinando i danzatori in una trance inesorabile. L’arte di Sharon Eyal, che The Guardian definisce «una delle coreografe più sconcertanti e originali del nostro tempo», consiste nel creare gesti, pensare attraverso il corpo dei suoi interpreti, mettere il gruppo contro l’individuo. Sulla raffinata colonna sonora di Ori Lichtik, Sharon Eyal permette al pubblico di vivere una diversità struggente di sentimenti e movimenti.
“Momento. Silenzio. Aridità. Vuoto. Paura. Totalità. Occultamento. Desiderio. Nero. Luna. Acqua. Spigolo. Odore. Demone. Vuoto. Freddezza. Occhi. Intensità. Impulso. Piega. Nascondiglio. Colore. Sale. Enorme. Lato. Suture. Amore. Punto” sono queste le parole, asciutte e vibranti come i gesti, che Sharon Eyal usa per raccontare il suo nuovo viaggio nell’universo dell’amore.