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    Re Davide. Il combattente innamorato della vita

    Re incontrastato dell’universo biblico, Davide impersona e riflette gli aspetti più aulici e quelli più miseri dell’essere umano. Da pastore di greggi a politico raffinato, guerriero e bandito, re e assassino, musicista e amante, Davide è colui che combatte e distrugge. Innamorato follemente della vita e di D. a cui dedica i Salmi, manifestazione più celebre della glorificazione del Signore, Davide è la goccia che scava la roccia, consuma e corrode. Figlio di Iesse, viene scelto da D. in sostituzione di Saul di cui non si fida più, chiedendo al profeta Samuele di ungerlo come sovrano del Suo popolo. Il passaggio dall’uno all’altro sarà tutt’altro che facile. Il siero dell’invidia e del sospetto scorre nelle vene di Saul che cerca di uccidere il giovane rivale, il quale a sua volta lo risparmia quando invece ha l’occasione di eliminarlo.

    Parte da qui il racconto di Ugo Volli nel suo ultimo libro edito da La nave di Teseo, Musica sono per me le Tue leggi. Storie di Davide, re di Israele. Storie, non storia, perché Volli raccoglie e ci fa cronaca di tutte le vicende del personaggio che ha ispirato, sottolinea più volte l’autore, anche tanta mitologia, letteratura e opere liriche. Ma il nostro è l’archetipo dell’antieroe a cui non vengono fatti sconti, ricostruendo punto per punto le sue gesta e il suo rapporto con D. che lo protegge, lo scaccia e lo riabilita per la sua fede perpetua. Da quando era un giovane pastorello che con animo pavido combatte e sconfigge Golia, al suo arrivo alla corte di Saul per il quale suona nel tentativo di lenire i dolori della sua anima, agli anni del regno durante i quali recupera e trasporta a Gerusalemme l’Arca santa. Infine la sua decadenza, titolo della terza e ultima parte del libro, che comincia con la storia di BatSheva, traccia un’immagine di Davide che si allontana di molto dalla figura dell’uomo regale cui siamo abituati. Davide ci viene mostrato nella sua passionalità carnale, un bieco impulso che lo porta a compiere ben due atti terribili nella medesima vicenda, l’adulterio e l’omicidio, fallendo la prova a cui lo aveva sottoposto il Signore. Possiede BatSheva, probabilmente con la forza, e fa uccidere il marito Uria, guerriero ittita al suo servizio, lasciandolo morire in battaglia. Azioni che non restano impunite, tanto che D. gli manda a dire attraverso il profeta Natàn che il frutto della loro unione verrà strappato alla vita. Davide si riunirà in seguito a BatSheva, concependo quello che sarà il re d’Israele degno di edificare il tempio di Gerusalemme, Salomone.

    Le storie di Davide ci vengono restituite da Volli nella loro completezza, mettendo in evidenza un racconto che supera ogni fantasia, ogni pièce drammaturgica. Solo che questa non è finzione, sebbene le fonti, dal Talmud al Midrash ai grandi commentatori della Bibbia (che non lo descrivono in maniera affatto compiacente), riportino spesso dati diversi, soprattutto nella scansione cronologica. Ma si sa, spiega l’autore, l’ebraismo non ha un tempo né uno spazio definito. “Non vi è un prima e un dopo nella Torà” è scritto nel Talmud di Gerusalemme.

    Da questo lungo viaggio che “non può essere qualificato davvero come ‘storia’ o ‘biografia’, perché manca la documentazione scientifica” – scrive Volli nel suo appassionato trattato divulgativo – emerge la fede incontrastata di Davide che ci viene restituita a noi oggi attraverso i suoi Salmi, testimonianza di un continuo oscillamento tra meditazione e devozione perpetua.

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