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    Cultura

    Nelle sale italiane “Il processo Goldman”. L’intervista al regista Cédric Kahn


    Presentato all’interno del festival “Rendez-vous”, e ancora prima al festival di Cannes, arriva anche nelle sale “Il processo Goldman” di Cédric Kahn, da maggio anche in Italia. E’ un film processuale, che ci racconta dell’affaire Goldman, un caso giudiziario del 1975 che vede protagonista l’enigmatico attivista di estrema sinistra, ebreo polacco, intellettuale sostenuto da Simone Signoret e Régis Debray, amico del grande scrittore Jean Genet, accusato di omicidio. Condannato all’ergastolo per quattro rapine, l’ultima delle quali ha provocato la morte di due persone, Goldman si proclama innocente. Pierre Goldman è un personaggio leggendario dell’estrema sinistra francese.Ma era anche e sopratutto un ebreo polacco, come ebreo polacco, ma in tutt’altra maniera, era il suo difensore Georges Kiejman che in anni più recenti è diventato un ministro del governo Mitterand. “Questa è la storia di fondo del processo Goldman, il confronto-scontro tra Pierre Goldman e Georges Kiejman. Due modi di essere ebrei completamente diversi, uno borghese altolocato e l’altro intellettuale che veniva dalla strada” ci ha detto il regista Cédric Kahn, lui stesso ebreo d’origine. Nell’impersonare Goldman l’attore Arieh Worthalter ha vinto il Premio César come miglior attore protagonista. Un protagonista che attacca con forza una società francese razzista, antisemita, ipocrita.

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