Inaugurata al Jewish Museum di New York la mostra “Marta Minujín: Arte! Arte! Arte!”, che sta registrando un’affluenza straordinaria di pubblico e un grande apprezzamento della critica. Rimarrà aperta fino al 1° aprile.
Marta Minujín è una delle massime personalità artistiche latinoamericane la cui traiettoria si è snodata nell’arco di sei decenni, sfidando i generi, interagendo con i principali movimenti del dopoguerra, rappresentando uno spirito e una visione originale, un intelletto acuto e un umorismo irriverente. La mostra risponde a un rinnovato interesse per l’arte femminista, pop e latinoamericana; proponeo oltre cento opere che appartengono agli archivi dell’artista di Buenos Aires e alle collezioni private e istituzionali, indagando sui periodi trascorsi da Marta Minujín a Parigi, New York e Washington, DC. Di particolare significato sono le pionieristiche sculture morbide basate su materassi, dipinti fluorescenti di grandi dimensioni, disegni e performance psichedeliche e filmati d’epoca. Le opere effimere dell’artista – happening, installazioni partecipative e arte pubblica monumentale – sono presentate con fotografie, video e altri documenti inediti.
Nata nel 1943 in Argentina a Buenos Aires, da una famiglia di immigrati in parte discendenti da ebrei russi, Minujín si è costruita una reputazione internazionale in giovane età, iniziando la sua carriera alla fine degli anni ’50, realizzando costruzioni in cartone e dipinti sbozzati. All’inizio degli anni ’60, ha cominciato a sperimentare con i materassi, creando sculture morbide e colorate che avrebbero definito il suo stile distintivo. Iniziò anche a viaggiare, vivendo per vari periodi a Parigi e New York, dove conobbe e collaborò con esponenti dell’avanguardia americana e francese, tra cui Niki de Saint-Phalle, Christo, Charlotte Moorman e Andy Warhol.
Marta Minujín è stata una antesignana e prodigiosa creatrice dell’arte performativa partecipativa; al suo primo grande happening a Parigi ‘La Destrucción’ (La distruzione, 1963), invitò altri artisti ad aiutarla ad appiccare il fuoco alle sue sculture in un lotto vuoto, guadagnandosi la reputazione di produrre eventi partecipativi giocosi e provocatori, spesso mettendo le persone in situazioni inaspettate con l’obiettivo di “intensificare l’esperienza”.
Mentre viveva a Washington DC nei primi anni ’70, Minujín tornò alla pittura, producendo opere grafiche e colorate che caratterizzavano lo spirito della rivoluzione sessuale e la collegavano ad altre artiste femministe della sua generazione. Rientrò a Buenos Aires nel 1975, poco prima che l’Argentina cadesse sotto la brutale dittatura militare. La situazione politica divenne ostile agli artisti e ad altri associati alle attività di sinistra. In risposta, trovò modi umoristici per mettere in primo piano i temi della frammentazione sociale e del fallimento nella sua pratica. Dal 2007 circa, Minujín lavora su tele densamente stratificate in cui migliaia di sottili strisce di tessuto dipinto sono attaccate una ad una alla superficie. Con i loro vortici vorticosi, i motivi di colore geometrico e le composizioni ronzanti, questi dipinti recenti producono un effetto ottico destabilizzante informato dalle precedenti sperimentazioni dell’artista con le droghe psichedeliche. Implosione! (2021), è una installazione immersiva e uno dei punti salienti della mostra che ricorda molte delle prime sculture morbide di Minujín, in cui è possibile entrare ed esplorare, lasciandosi andare e “implodere”, permettendo che il proprio io interiore si liberi.
Immagine di copertina: Installation view of Marta Minujín: Arte! Arte! Arte! at the Jewish Museum, NY. Photo by Frederick Charles.