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    L’arpa di Davita: quando la fede aiuta a guardare al futuro

    Se la parola è il canale attraverso cui molti scrittori hanno fatto conoscere l’ebraismo al mondo intero, non si può non citare Chaim Potok, uno dei pilastri della letteratura ebraica, scrittore e rabbino statunitense. Tra le sue opere principali vi sono “Il mio nome è Asher Lev” (Garzanti), la straordinaria storia del bambino ultraortodosso che si innamorò della pittura, e “Danny l’eletto” (Garzanti), una storia quasi autobiografica che narra di un’amicizia particolare, tra un brillante giovane figlio di un rabbino chassidico con la passione per la psicologia, e il figlio di un giornalista laico che si invaghisce del Talmud. Proprio questo testo lo consacrò ufficialmente alla scrittura a livello internazionale: il libro venne citato nella lista dei best seller del New York Times per 39 settimane e vendette in uscita 3.400.000 copie. Potok è stato in grado, attraverso la sua scrittura evocativa del mondo yiddish e chassidico, di trasmettere a tantissime generazioni l’amore per la fede ebraica in tutte le sue sfumature e contraddizioni. Tra la sua produzione letteraria spunta però una vera e propria perla: “L’arpa di Davita” (Garzanti). È la storia di una ragazza piena di coraggio, che in un periodo storico particolare ritrova nella fede e nelle tradizioni di famiglia la forza di andare avanti e di affrontare il futuro.

    Cresciuta in un ambiente estremamente impegnato politicamente, Davita è sempre più sola; le uniche persone che le sono accanto ma che la trattano come una bambina sono una zia e un amico della madre, uno scrittore famoso non visto di buon occhio dalla comunità ebraica locale. Ed è proprio a questa comunità che Davita cerca di avvicinarsi, forse semplicemente per trovare un ambiente a cui appartenere e da cui possa essere accettata. Così attraverso l’ebraismo Davita trova in se stessa la forza di andare avanti e di superare anche gli ostacoli più complicati della sua vita. La cornice storica di un America profondamente segnata dalla guerra, la religione, e il Chassidismo fanno da eco ad un racconto che si legge da solo. La storia fa da specchio ai grandi eventi storici dell’America e del mondo: la crisi del ‘29, il nazismo, il socialismo e i grandi cambiamenti del 900. Davita è lo specchio attraverso cui si possono scorgere i sentimenti di tutti i giovani adulti che hanno vissuto i drammi del secolo scorso, cercando sempre di resistere e trovare uno motivo per sorridere ancora, ad ogni costo.

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