È di Amit Vaknin, studentessa ventottenne al terzo anno di cinema della Steve Tisch School of Film and Television dell’Università di Tel Aviv, l’unico film israeliano al Festival di Cannes: ‘It’s Not Time for Pop’.
Il cortometraggio è stato incluso nella sezione La Cinef, riservata ai progetti delle scuole di cinema di tutto il mondo. “Quando ho saputo di essere stata ammessa al Festival, sono rimasta sbalordita” ha commentato Vaknin in un’intervista al Times of Israel.
“It’s Not time for Pop”, della durata di 14 minuti, racconta di una giovane donna – interpretata da Yarden Shay – che decide di non partecipare alla commemorazione dello Yom Hazikaron in memoria di suo padre ucciso nella seconda guerra del Libano del 2006, ma passa la giornata alla ricerca di una casa a Tel Aviv. “Non ho scritto un film sul dolore – ha detto la studentessa – È un film su una ragazza che vuole affrontare l’amore ma eredita la morte”.
La breve pellicola, che sarà proiettata il 20 maggio al Festival, è stata girata prima del massacro del 7 ottobre ed è ispirato dalle proteste contro la revisione giudiziaria dello scorso anno che hanno scosso il Paese e in particolare Tel Aviv. “È stato un tale scossone quella che ha vissuto la società israeliana – ha aggiunto – che non mi ero resa conto prima di quanto amassi questo luogo e quanta preoccupazione provo per lui”.
Nell’intervista Vaknin rivela la sua preoccupazione sul crescente clima di tensione presente a Cannes e quindi su come il film possa essere interpretato in questo periodo, in cui anche nel mondo accademico, artistico e culturale sono forti le proteste contro gli israeliani.
Tuttavia, dice di aver fiducia nell’umanità e nel bene delle persone e spera di poter ritornare in Israele e dire “c’è ancora speranza”.