Pubblichiamo di seguito il ricordo di Loretta Cavaricci, giornalista RAI, curatrice di rubriche dedicate ai libri.
La sua gratitudine alla vita era tema dominante di ogni intervista. Fino a lacrime di riconoscenza, pensando all’amata moglie scomparsa, oltre cinquant’anni di matrimonio e di analisi del mondo, assieme, occhi aperti con amore sulle persone e sulle storie – “Non mi vergogno di piangere e di piangere alla televisione italiana” -, ci disse quasi scusandosi dell’emozione. E il dialogo, proposto come monito: “L’enigma della vita sta nel confronto perenne con chi è diverso”, raccontò nell’intervista. Il pregiudizio e l’intolleranza sono stati luoghi, per Yehoshua, terreni fertili di indagine, come luoghi sono la famiglia, il matrimonio, la maternità anche laddove negata, controversa, dolorosa. Non smetteva di sorprendersi, da uomo e da scrittore, tutte le volte che i suoi libri conquistavano lettori, e i lettori italiani lo hanno amato, ricambiati.
La dignità del racconto, rimane di lui, nel senso più profondo, in cui solo la Letteratura può farsi laboratorio morale; un appello al dibattito etico, parola antica, parola necessaria.
Abraham Yehoshua mancherà al mondo, nella voce critica e lucida. Ha sfidato il tempo nelle sue trame: c’è sempre spazio per una sposa a che si liberi, c’è spazio ad un divorzio anche se tardivo. Ha unito gli opposti Yehoshua, ha unito le ferite.
Il primo libro che lessi di lui fu Ritorno dall’India, ogni altro suo libro per me è stato un ritorno a lui.