
Il Jüdisches Museum der Schweiz, Museo Ebraico della Svizzera, ha riaperto ufficialmente la scorsa settimana con l’inaugurazione della sua nuova sede in pieno centro a Basilea, in Vesalgasse 5, a pochi passi dal più antico cimitero ebraico medievale della città. Una breve cerimonia ha accompagnato l’evento: importante per la memoria, la cultura e la storia ebraica nella confederazione elvetica. Fondato nel 1966, il Museo Ebraico è stato il primo dell’area di lingua tedesca dopo la Seconda Guerra Mondiale, fin dalla sua creazione era ospitato in due modeste sale in Kornhausgasse aveva già avviato un percorso di raccolta di oggetti rituali, libri, tessuti, documenti e memorie della comunità ebraica svizzera. La nuova sede, ricavata da un ex magazzino di tabacco, offre spazi molto più ampi: circa 750 metri quadrati fra mostre permanenti e temporanee, aree per eventi, biblioteca, archivi, laboratorio e sale per attività didattiche. La trasformazione non è solo fisica ma anche simbolica: il museo aspira a diventare un luogo vivo di incontro, memoria e dialogo, in grado di ospitare storie che guardano al passato ma che parlano anche al presente, con un approccio contemporaneo e inclusivo.

In concomitanza con l’inaugurazione è stato presentato l’allestimento permanente “Cult, Culture, Art. Jewish Experiences”, che racconta la vita ebraica in Svizzera e in Europa attraverso rituali, arte, oggetti quotidiani, documenti storici dall’epoca medievale ai giorni nostri.
La mostra temporanea “Frank Stella and the Destroyed Wooden Synagogues of Eastern Europe” espone opere originali dell’artista statunitense tratte dalla serie “Polish Village”: insieme a modelli in scala delle sinagoghe polacche in legno distrutte, aiuta a far rivivere la memoria di comunità e luoghi scomparsi. Un’installazione all’aperto nella corte antistante il Museo accoglie i visitatori: pietre tombali medievali, testimonianze del passato ebraico di Basilea, ricordano la storia del luogo in cui sorgeva il cimitero della comunità. Gli spazi museali sono pensati per un pubblico non solo di appassionati di storia e cultura, ma anche per famiglie, giovani e scolaresche; un percorso interattivo è dedicato ai bambini dai quattro anni e una sezione intitolata “Collecting in Real Time” invita i visitatori a contribuire con foto e memorie personali. La riapertura del museo è un segnale forte di riaffermazione della memoria ebraica, della sua presenzastorica e culturale a Basilea e del desiderio di mantenere vivo un dialogo con il passato senza separarlo dal presente.













