Il Pogrom di Costantina fu un violento massacro che colpì gli ebrei in questa città algerina. L’evento ebbe luogo tra il 3 e il 5 agosto 1934, e si trattò di una terribile rivolta antiebraica. In quella giornata folle gli abitanti musulmani scatenarono una furia a Costantina attaccando fisicamente gli ebrei e danneggiando le loro proprietà. Nell’attacco vi furono 25 vittime tra uomini, donne e bambini, che subirono torture terribili come gole tagliate e violenze inenarrabili. Secondo le statistiche dell’epoca, altri 26 rimasero feriti, mentre più di 200 negozi di proprietà di ebrei vennero saccheggiati. Il danno totale alle proprietà tra case, negozi e sinagoghe fu stimato in oltre 150 milioni di franchi Poincaré. Durante la furia antiebraica, furono registrati numerosi incidenti anche nelle campagne del Dipartimento di Costantina, che si estendevano per un raggio di 100 chilometri fuori dalla città. Ma il punto peggiore della storia del pogrom, spesso dimenticato, è legato alla collaborazione della polizia e delle forze di sicurezza francesi che rimasero inermi a guardare, non facendo nulla per fermare l’ira dei rivoltosi.
I fatti che sfociarono nel pogrom, secondo diverse fonti, sono controverse. E rispecchiano i diversi punti di vista degli abitanti della città, quelli dell’amministrazione coloniale francese, degli ebrei, dei musulmani algerini e degli storici successivi. Tutti concordano però su ciò che accese la scintilla del pogrom, ossia un’animata discussione tra uno zuavo ebreo, Eliahou Khalifa, e i fedeli in una moschea adiacente alla sua casa, anche se i racconti dei testimoni oculari differirono sin dall’inizio sulle precise circostanze. Le autorità coloniali francesi, note per il loro costante atteggiamento antisemita, e la stampa locale ricondussero l’accaduto alla versione musulmana secondo cui Khalifa aveva oltraggiato con atti vandalici i musulmani della città e i loro luoghi di culto. Secondo invece un rapporto delle autorità ebraiche l’uomo non era affatto ubriaco e aveva solo chiesto ai musulmani di chiudere alcune finestre che si aprivano sulla loro sala delle abluzioni. Tuttavia, nell’accesa discussione che seguì il gruppo dei musulmani avrebbe maledetto l’uomo e la sua religione. L’opinione pubblica ebraica dell’epoca attribuì l’incidente ad una cospirazione tra antisemiti europei nella burocrazia coloniale algerina e alla propaganda araba. Poi, nel tempo, l’evento venne messo a tacere e, nel resoconto ufficiale del governo dell’epoca, la rivolta venne descritta e classificata come un evento completamente spontaneo. Un’altra fonte spiegherebbe il pogrom come nato dall’odio degli “antisemiti pieds noirs (coloni)” e di alcuni musulmani. Secondo questa teoria l’inimicizia della classe inferiore nativa, causata dall’arroganza dei nuovi ricchi ebrei, che presumibilmente ostentavano la loro superiorità come cittadini francesi in base al decreto Crémieux del 1870, avrebbe acceso la scintilla della rivolta. Quali siano le cause rimane dunque poco chiaro, eppure quell’attacco antisemita venne presto dimenticato sia dalla popolazione che dai libri di storia.