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    Donne ed ebraismo: il ruolo fondamentale

    Dall’interessante articolo di Silvia Haia Antonucci riguardo
    alla Settimana internazionale di studi “Donne ebree d’Italia: studi e
    testimonianze” che si sta concludendo in queste ore nella Foresteria del
    Monastero di Camaldoli si può trarre uno spunto di riflessione importante in
    merito alla modernità di pensiero dell’ebraismo sul ruolo della donna e sulla
    sua capacità di essere protagonista nella vita intellettuale e nel
    ricoprire ruoli di primaria importanza in contesti pubblici.

    Leggendo i nomi oggetto di studio a Camaldoli che hanno fatto
    la storia della cultura, del pensiero, delle arti e delle azioni dell’Ottocento
    e del Novecento viene spontaneo e immediato il pensiero, in tempi attuali,
    l’accostamento con donne come Noemi Di Segni e Ruth Dureghello, che da anni con
    pragmatismo, abnegazione e dedizione alla causa guidano l’Unione delle Comunità
    Ebraiche Italiane e la Comunità Ebraica di Roma, rappresentando al meglio
    l’idea di un ebraismo militante attivo e un grande esempio in tempi, tra i
    peggiori, in cui le cronache ci portano frequentemente a dover leggere di
    abusi, prepotenze e delitti perpetrati ai danni di donne vittime di uomini
    malati e violenti, oltre a storie di disparità di trattamento tra uomo e donna
    negli ambiti lavorativi, figli di un maschilismo assurdo, retrogrado e con
    conseguenze devastanti in ambito sociale per il nostro Paese.

    La stessa testata dove scrivo, Shalom,
    guidata mirabilmente da un Direttore donna, Ariela Piattelli, rappresenta
    un esempio virtuoso di come le competenze possano unirsi a un sano pragmatismo
    tipico dell’essere femminile, non sempre ugualmente presente in quello
    maschile. Il mondo ebraico può e deve rappresentare un esempio virtuoso di come
    lasciare a donne preparate e capaci il compito di guidare e gestire: si tratta
    molto spesso di un valore aggiunto di non poco conto.

    A proposito di questo
    discorso, fa sorridere pensare a quel film di Woody Allen dove il figlio chiede
    al papà (in quel caso Allen stesso) “Papà, tra te e mamma chi comanda a casa?”
    e la risposta è geniale, come sempre nei film del regista e attore americano:
    “Che domande, papà comanda, mamma prende le decisioni!”

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