Lunedì 11 ottobre alle ore 10, in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, il Museo Ebraico di Roma, in collaborazione con il Dipartimento Beni e Attività Culturali della CER, aprirà le sue porte ospitando un interessante convegno: “Dante, Immanuel Romano e il mondo ebraico a Roma tra Medioevo e Rinascimento”.
Durante l’incontro interverranno il Rabbino Capo di Roma, Rav Riccardo Shmuel Di Segni, Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma, ed altri importanti personaggi del panorama accademico. A moderare l’incontro ci sarà il Prof. Claudio Procaccia, Direttore del Dipartimento Beni e Attività Culturali della CER.
A Cavallo tra il Duecento e il Trecento, la comunità ebraica di Roma rappresentava un importante centro di cultura, come la collezione preservata all’interno del museo stesso testimonia. Molti eruditi che hanno lasciato il segno in tal senso, e nello stesso arco cronologico è importante ricordare il poeta Immanuel Romano, al centro dell’incontro, le cui opere sono state trascritte in più lingue: dall’ebraico al Volgare. Il convegno focalizzerà l’attenzione sul legame tra la prosa dantesca e la produzione letteraria ebraica.
“L’iniziativa dell’incontro è qualcosa di straordinario, all’interno del panorama delle grandi manifestazioni che ci sono state per il settimo centenario dalla morte di Dante. L’incontro si terrà proprio pochi giorni prima dell’inaugurazione dell’ultima mostra sul Dante, un’altra esibizione che va ad unirsi alle tantissime che quest’anno ci sono state. La mostra si terrà a Roma alle Scuderie del Quirinale e ci concentrerà sul tema dell’inferno Dantesco – spiega Francesco Leone, Professore ordinario di storia dell’arte all’università di Chieti, e coordinatore del comitato tecnico-scientifico della Fondazione per il Museo Ebraico di Roma- Non è un caso allora che l’incontro accada proprio ora. Romano, in una delle sue composizioni in prosa, tratteggia e descrive un inferno abbastanza simile a quello di Dante. Questo esplica quanto già la Divina Commedia, anzi la Commedia, come veniva originariamente chiamata, avesse già incontrato parecchio successo. Tra Romano e Dante ci sono molte affinità d’intenti, erano entrambi amici e protetti da Cangrande della Scala, e non è escluso che Romano e Dante, secondo quanto suppongono alcuni, si siano anche conosciuti” conclude Leone.