Elie Wiesel è stato scrittore, giornalista e saggista. Nel 1986 è stato insignito del premio Nobel per la pace, un riconoscimento ottenuto grazie al suo impegno nel raccontare le atrocità subite durante la prigionia nel campo di sterminio Auschwitz II – Birkenau. Ma Elie Wiesel non è solo questo, ha infatti scritto molte altre opere di natura ebraica, tra cui saggi e racconti. “Cinque figure bibliche” è tra le sue opere più interessanti, un libro che ci permette di conoscere personaggi del passato attraverso un’altra ottica, facendoli quasi vivere nel presente. Pagina dopo pagina si incontrano Giosuè, Elia, Saul, Geremia e Giona, e così quasi involontariamente iniziano a diventare uno specchio per il lettore. Si gioisce, si spera, si ha paura con loro, si riescono a conoscere meglio questi personaggi della tradizione ebraica perché Wiesel li umanizza, li rende proprio come noi, e ci permette di addentrarci nei loro animi. Insegnamenti, curiosità, notizie e midrashim si uniscono all’unisono in questo testo, spesso intramezzato da lunghe domande, molte delle quali destinate a rimanere senza una risposta. Una struttura che genera curiosità nel lettore, permettendogli di confrontarsi con gli scritti più importanti della tradizione ebraica. Conoscendo queste cinque figure bibliche, attraverso mille sfaccettature, chi legge impara a conoscere la parte più profonda del proprio io. Un linguaggio aulico e curato rende questa opera complessa e affascinante al contempo. Un saggio interessante e profondo che restituisce alle figure ebraiche del passato un incredibile volto di modernità.