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    “Antichi Futuri, Divine Armonie” – La mostra di Tobia Ravà tra Cabbalà e numeri

    Dal 6 marzo al 1° Maggio 2022, presso la galleria d’arte Exclusive Urban Art, sarà visitabile l’esposizione delle opere di Tobia Ravà dal nome: “Antichi Futuri, Divine Armonie”. L’ esposizione è curata e voluta da Federico Veneziani e Nicole Calò, titolari della Galleria. “Ho fatto diverse mostre a Roma insieme alla Galleria che aveva aperto Ermanno Tedeschi nel quartiere ebraico. Veneziani ha però voluto riportarmi all’interno dell’ex ghetto, nel cuore del quartiere ebraico vicino alle sponde del Tevere, così ricche di storia” spiega l’artista Tobia Ravà a Shalom.

     

    Ravà nasce a Padova nel 1959 e lavora tra Mirano e Venezia. Si è laurea in Semiologia delle Arti all’Università di Bologna. È allievo di Umberto Eco, Renato Barilli, Omar Calabrese e Flavio Caroli. Dal 1977 espone le sue opere in tutto il mondo affermandosi all’interno del panorama artistico. “Aver organizzato un’esposizione con Tobia Ravà, e riportare la sua arte a Roma dopo un lungo periodo di assenza, è una cosa che ci onora – dice a Shalom Federico Veneziani – è un’artista di fondamentale importanza non solo per l’ambiente ebraico ma in generale per l’arte contemporanea. Siamo davvero lieti che abbia sposato il nostro progetto e la nostra giovane realtà con questa esposizione che vedrà sicuramente alcune sue opere più iconiche ma anche molte novità”

     

    È attraverso l’uso della mistica mistica, della qabbalah e della ghematrià che l’artista assembla e da forma alle sue opere: dipinti su tela, sculture, tavole con fusioni in bronzo ma anche catalizzazioni UV su alluminio. Produzioni ricche di rappresentazioni alfa numeriche che si rivelano, pregne di significati e allegorie, all’occhio di chi osserva.  Un lavoro che si esprime su texture tridimensionali capaci di catturare l’attenzione e comunicare attraverso l’uso del colore e dei simboli.  “Abbiamo costruito in maniera particolare questa mostra, anche con qualcosa di unico e singolare: come alcune tartarughe in bronzo- omaggio alla vicina fontana delle Tartarughe- Non solo,  anche immagini paesaggistiche come Safed, Gerusalemme, ma anche la rappresentazione del Colosseo creato attraverso formule matematiche” aggiunge Ravà.

    Un rapporto che si assembla e si nutre di parole e cifre. Che assieme sono in grado di creare concetti e principi spirituali legati alla mistica ebraica. 22 lettere ebraiche che diventano strumenti per fare arte e ricercare un significato spirituale e potente capace di connettere lo spettatore all’artista e alle creazioni.

    Sono opere che ricreano più mondi, da quello animale a quello naturale senza tralasciare però le creazioni dell’uomo come portici e piazze. “Boschi piantumati dipinti proprio attraverso sequenze di numeri ma anche opere pittoriche con animali o architetture” aggiunge l’artista. La rappresentazione di concetti architettonici che mettono in contatto lo spazio e il tempo, il presente e il futuro in un’esperienza potente e suggestiva.

    Rappresentazioni in grado di rievocare immagini piene di simbolismo “un recupero dei valori legati alla bellezza e al rispetto dell’ambiente, ma anche della storia e di tutto ciò che l’uomo ha prodotto e produrrà come risultato di conoscenze e saperi” sottolinea Maria Luisa Trevisan.

    Un’esposizione che si divide tra matematica, natura e teologia. Opere complesse e profonde che uniscono più materiali e colori, creando giochi di prospettive senza fine. L’esposizione verrà inaugurata domenica 6 marzo dalle 16:00 alle 20:00.

    [GALLERY]

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