Il 28 ottobre ricorre un anniversario importante, un secolo dalla marcia su Roma. Un evento che ha cambiato la storia d’Italia e del mondo, e che ha inciso profondamente e negativamente sull’ebraismo italiano. Ho espresso il desiderio che anche la comunità ebraica di Roma ricordasse questa data con un momento di riflessione, affidata a storici competenti, e ne spiego le ragioni. In nessun modo si tratta di una celebrazione, magari sollecitata dalla politica, come qualche sprovveduto potrebbe pensare. È invece il ricordo di una data triste, che va ricordata come altre date tristi della nostra storia, di cui l’elenco è lungo. Tenendo presente che quell’evento ha una sua connotazione particolare, non è il momento di una strage o di una retata nazista, ma ne è la sua lontana preparazione; e assume un’ulteriore connotazione quando se ne studia la partecipazione ebraica. Probabilmente la maggioranza degli ebrei era distante e piuttosto indifferente a quegli avvenimenti. Ma altri ebrei ebbero un ruolo attivo, nelle schiere fasciste, in quelle antifasciste e nell’apparato dello stato. Basti pensare alla figura del generale Pugliese che comandava la difesa di Roma, e che era pronto a far scattare lo stato d’assedio, che il re tuttavia all’ultimo momento rifiutò di firmare. C’erano ebrei fascisti in marcia, altri a sostegno, e tenaci oppositori dall’altra parte. Tutto questo a segno di una totale integrazione nella società, con ruoli spesso di primo piano. E quasi tutti inconsapevoli della reazione di rigetto che sedici anni dopo sarebbe stata provocata proprio da quel movimento che per alcuni sembrava il rimedio a tutti i mali.
A un secolo di distanza la situazione dell’ebraismo italiano è notevolmente differente, anche per le conseguenze di quella storia. Gli ebrei italiani oggi sono la metà di quanti erano nel 1922; la composizione “etnica” è radicalmente cambiata per i flussi migratori; non ci sono alti ufficiali nelle forze armate; nella camera dei deputati non c’è più un ebreo, nel 1922 erano 9; al senato c’è una senatrice a vita, nata ebrea, e una nuova senatrice ebrea eletta; nel 1922 c’erano 20 senatori ebrei.
Qualche riflessione allora sembra opportuna, se non doverosa.
Oggi a Palazzo Braschi a Roma 100 anni dalla marcia su Roma. Le scelte degli ebrei italiani con Aldo Cazzullo, lo storico Michele Sarfatti, moderati dal giornalista Tommaso Giuntella.