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PREMESSA
Se aveste la pazienza di leggere i programmi di tutte le liste di ogni tornata elettorale scoprireste quanto
si assomigliano: benessere, buonsenso nell’amministrazione e difesa dei diritti degli ebrei e di Israele. La
lista N.1 ‘Per Israele’’ – con Ruth Dureghello Presidente’ si propone di andare oltre l’ovvio e le dichiarazioni
seguito in 10 punti bene articolati, ma è bene chiarirne le premesse.
‘Per Israele’ non è solo una lista elettorale. È un gruppo dalla forte identità, con una storia iniziata 26 anni
fa, che ha rivoluzionato l’impegno comunitario. Uomini e donne da diversi ambienti e provenienze, di
ogni età, classe sociale e grado di osservanza delle mitzvot. Aiutato e sostenuto dalla consapevolezza di
avere a fianco persone di esperienza nella gestione comunitaria, oggi non candidate. Siamo una squadra
composta da persone scelte (e non improvvisate) che ha sempre servito la Comunità aiutandola a supera-
re sfide complicate con un obiettivo semplice: adeguare la Comunità al cambiamento dei tempi e
migliorare la vita degli iscritti nel contesto di un difficile scenario politico ed economico. Per garantire
Grazie alla sua presidenza, Ruth in questi 4 anni si è fatta interprete di un nuovo stile che aggiunge
all’empatia di una mamma ebrea la risolutezza di una dirigente d’azienda: sobria, disponibile, autorevo-
le. Accoglienza, disponibilità e professionalità: il suo lavoro di relazione con ciascun iscritto, ascoltando-
ne le storie e le difficoltà, è il nostro migliore biglietto da visita. Ruth ha favorito il superamento delle
divisioni interne, ha ottenuto risultati concreti per la Keillà, partecipando al tempo stesso alla vita politi-
ca italiana, rivendicando, a testa alta, il valore del contributo dell’ebraismo alla storia d’Italia e l’orgoglio
dei valori che lo Stato d’Israele rappresenta. Ma le sfide e gli obiettivi da raggiungere sono ancora molti:
per questo ‘Per Israele’ vuole continuare il suo impegno e vi chiede di rinnovargli la fiducia.
La nostra Comunità così numerosa avrebbe difficoltà a sopravvivere a grandi o piccole spaccature. Per
questo nella nostra campagna ci chiamiamo fuori da toni alti ed offensivi con senso di responsabilità e
spirito di unità come abbiamo ben dimostrato anche in questi anni. Ma la nostra moderazione non signi-
i quali la nostra squadra si è assunta un impegno solenne davanti ai suoi elettori. Per il prossimo qua-
driennio i problemi da affrontare sono molto chiari. Diffidate di chi vi propone “soluzioni perfette” o
“facili” perché ogni ostacolo si può superare solo grazie ad un lavoro di confronto continuo tra i rappre-
sentanti eletti e gli iscritti, senza la mediazione dei quali sarebbe impossibile arrivare a soluzioni efficaci
e condivise. ‘Per Israele’ è una lista costruita intorno ad un candidato Presidente forte, e rappresentativa
delle diverse competenze necessarie; persone decise ad ascoltare le esigenze che nascono dalla base e
che tiene insieme il meglio della precedente consiliatura, aggiungendo nuove ed indispensabili abilità
di persone trasparenti con un trascorso di partecipazione e volontariato. Persone determinate, a cui sta
a cuore migliorare la vita e il futuro degli iscritti, garantendo che siano rispettati i diritti di tutti. I nostri
candidati sono persone che si sono contraddistinte per la loro reputazione in diversi campi, per il loro
lavoro serio, non urlato, non mediatico, non politicizzato e soprattutto senza interessi. Persone che, nel
corso della consiliatura che va a concludersi, hanno recuperato situazioni disperate trovando nuove
soluzioni, preso iniziative vincenti, e sono spesso arrivati a perseguire gli obiettivi prefissati. Avremmo
forse potuto fare di più, si può sempre fare di più – e lo faremo – ma è bene ricordare che siamo volontari
che hanno scelto di impegnarsi anche con sforzi e sacrifici enormi. Con il nostro lavoro vogliamo
trasmettere un messaggio forte alla nuove generazioni: esiste sempre la possibilità di vivere con
piena soddisfazione una vita ebraica a Roma.
PROGRAMMA COMUNITÀ
e tante culture l’ha sempre caratterizzata. Ogni singolo ebreo, uomo o donna, romano o libico, benestan-
te o in difficoltà è parte attiva della nostra storia e motore della nostra Comunità. Nei 4 anni passati abbia-
mo ripensato completamente il modello di gestione comunitaria: era già una scelta di programma ma è
diventata una scelta inderogabile di fronte alla crisi economica generale del Paese (abbiamo gestito gli
ultimi 10 bilanci in un periodo molto grave di stagnazione economica, forse il più grave dal dopoguerra)
e dalla vicenda dell’Ospedale Israelitico. Solo grazie alla nostra determinazione ed ad una visione chiara
del modello di gestione del nostro assessore all’Organizzazione ed al Bilancio siamo riusciti a non taglia-
re servizi né aumentare i costi per gli iscritti (tributi e rette scolastiche). Chiudiamo positivamente un ciclo
di quattro esercizi e non possono non ricordarsi le difficoltà affrontate e gli sforzi fatti ma anche gli obietti-
vi conseguiti, dando evidenza di una maggiore attenzione alla gestione, e del perseguimento delle finalità
statutarie dell’Ente in condizioni di equilibrio patrimoniale, economico e finanziario. Possiamo dire che il
piano di risanamento verso soluzioni di più efficiente organizzazione dei dipartimenti non è ancora
ultimato, ma sono ben chiari ormai i principi su cui deve fondarsi la gestione e l’organizzazione comunita-
ria. Siamo solo all’inizio, c’è tanto, tantissimo ancora da fare. Ma le condizioni operative presentano anche
segnali di fragilità e di debolezza, solo per citarne alcuni: diminuzione del numero degli iscritti; diminuzio-
ne dei contributi degli iscritti e della loro capacità contributiva, al livello medio; riduzione del contributo
Ucei. È bene rilevare che le entrate comunitarie dipendono sempre più da voci di ricavo non riconducibili
agli iscritti, e che in futuro il mantenimento dei servizi, e di una sempre più efficiente rete di assistenza, si
farà con le contribuzioni di soggetti e donors terzi. Grazie alla nostra presidenza, la comunità si dimostra
già capace di attrarre risorse dall’esterno, di fare sistema con altri enti e/o soggetti no profit, di essere vista
come modello valoriale degno di essere supportato.
Se si vuole favorire la partecipazione della base alla vita comunitaria, non c’è istituzione più idonea della
Consulta, che deve riprendere il suo ruolo rinnovandosi nella comunicazione fra elettori ed eletti.
SOCIALE E GHEMILUT HASADIM
Da qui dobbiamo ripartire. La crisi economica non solo non è alle nostre spalle ma nei mesi a venire sarà
sempre più stringente e marcata. Vi sono fermenti in Europa preoccupanti che, in nome del “prima gli
italiani”, fanno presagire catastrofi economiche che colpiranno le fasce più deboli e non solo. Alcune cate-
gorie rappresentate dai nostri iscritti soffrono la crisi oramai da molti anni e subiscono un vero e proprio
accanimento da parte delle istituzioni. Nonostante l’umanamente comprensibile rabbia dei titolari delle
categorie colpite, non abbiamo MAI smesso di occuparci di loro. Anzi abbiamo lavorato in silenzio e fuori
dai riflettori per non dare false speranze e ancora oggi ci impegnamo a NON demordere. Altre categorie
sono sotto i riflettori. A loro vogliamo rinnovare il nostro sostegno ringraziandoli della fiducia. A questo si
aggiunge un generale contesto di crisi che ci attanaglia nei vari altri settori produttivi ai quali non possia-
mo non guardare con preoccupazione. Per non parlare della preoccupante disoccupazione giovanile e
non. Alcuni numeri per spiegare cosa è stato fatto: 300 assistiti mediamente all’anno, 30 nuovi casi/famiglie
ogni anno, 180 pacchi alimentari consegnati (in occasione delle principali feste) e 200 anziani assistiti continua-
tivamente (attraverso assistenza domiciliare, infermieristica, rimborso badanti, visite mediche e accompagna-
mento) grazie alla Claims Conference. Per questo la Deputazione Ebraica avrà ancor di più un ruolo centra-
gno di fare formare e orientare gli assistiti per il reinserimento nel mondo del lavoro.
Non lasciare indietro nessuno è una sfida centrale e obiettivo primario per la nostra lista.
Abbiamo salvato l’Ospedale Israelitico ed evitato il default economico alla Comunità Ebraica. Oggi il
nostro bilancio è risanato e per la prima volta da molti anni addirittura in attivo. Vogliamo continuare a
governare così: mantenendo i servizi fondamentali, ma senza sacrificare gli obblighi finanziari. Abbiamo
in programma di farlo perché abbiamo individuato nuove fonti di entrate, che non possono solo essere i
tributi: finanziamenti europei, donazioni su singoli progetti, rafforzare la vendita di alcuni servizi ai non
iscritti alla comunità (biglietteria, libri, eventi, ecc.). Ma non sarebbe responsabile sbandierare che saran-
no i progetti e i finanziamenti a salvare il bilancio comunitario, perché le spese sono certe, mentre i finan-
ziamenti finché non arrivano, non lo sono. Per questo una politica attenta e scrupolosa che tenga sotto
controllo le spese è l’unica prospettiva realistica per chi conosce quanto è corta la coperta delle nostre
risorse. Amministrare il bilancio con giudizio, significa anche garantire agli iscritti il mantenimento del
Patrimonio nonché la sua valorizzazione in termini di entrate che dovrà essere proseguita in futuro.
SCUOLA – GIOVANI – SPORT
Vogliamo continuare a sostenere e difendere con tutte le nostre forze la scuola. La scuola è il centro della
vita ebraica di una Comunità ed è l’unica garanzia della sua continuità e sopravvivenza nel tempo. Per
questo abbiamo respinto ogni proposta di ridimensionamento, quando qualcuno proponeva addirittura
la chiusura del nostro Liceo. Grazie al lavoro svolto da ‘Per Israele’, oggi tutte le nostre scuole fanno parte di
un network internazionale, insieme ad altre decine di scuole europee. Forti di nuovi accordi strategici
(come quello con la Fondazione Lauder ed altre organizzazioni ebraiche) e di importanti finanziamenti – già
arrivati! – erogati attraverso borse di studio, è nostra intenzione continuare a lavorare per garantire a tutti
ogni ebreo possa essere orgoglioso della scuola scelta per i propri figli. Oltre ai maggiori finanziamenti
abbiamo finalmente ottenuto anche un impegno dal governo attraverso la Fondazione Ascoli, istituzione
elaborata dai fondatori della nostra lista ed avviata fin dai tempi del Ministro Profumo. Rivendichiamo il
primato dell’investimento della Comunità nell’educazione ebraica e vogliamo permettere a ogni genitore
ebreo di mantenere il proprio figlio all’interno di un ecosistema, fatto di lingua ebraica, scambi con Israele
e le migliori realtà educative ebraiche nel mondo, riducendo quanto più possibile le rette scolastiche
come stiamo già facendo per il prossimo anno.
La lista ‘Per Israele’ ha investito molto nel coinvolgimento dei giovani perché convinta che puntare su di
loro sia prima di tutto un dovere morale. Riportarli tutti sotto l’ombrello comunitario è anche un modo per
contrastare il declino demografico – welfare per famiglie giovani e figli – e per andare incontro al futuro forti
di idee nuove e fresche delle quali solo i ragazzi possono farsi portatori. Lo abbiamo fatto sostenendo
progetti come Delet ed i Movimenti Giovanili ma soprattutto rendendoli protagonisti ed attori della gestio-
ne comunitaria, valorizzandoli nei diversi settori per le loro qualità e professionalità. Pensare ai giovani
significa anche e soprattutto fidarsi ed affidarsi loro. I valori rappresentati dai Movimenti e dallo Sport, che
deve tornare ad essere una priorità da sostenere, e dalla sua capacità di aggregazione e di crescita, sono
uno dei veicoli fondamentali per ottenere un maggiore coinvolgimento naturale, indirizzato sia alle fami-
glie che storicamente gravitano intorno alle iniziative comunitarie che a quelle di chi non frequenta le
scuole ebraiche.
CULTO & KASHERUT
La Comunità Ebraica di Roma, cosi come tutte le comunità ebraiche italiane e l’Ucei, è una comunità
ortodossa. Le tradizioni e la storia ne fanno una comunità unica ma rimane saldo e ineluttabile la connota-
e a realtà emergenti abbiamo chiaro che la nostra Rabbanut è la nostra guida. Dialoghiamo e ci confrontia-
mo con tutti, ma su questo presupposto. Di fronte alle difficoltà che i nostri iscritti incontrano su questioni
alahiche e di ghiurimrifiutiamo ogni demagogia di chi offre facili soluzioni che non competono alla Politica
esprimere la nostra vicinanza alle famiglie ed ai ragazzi che tra mille difficoltà stanno compiendo il percor-
so del ghiur e garantiamo loro che – per quanto sarà di nostra competenza – cercheremo di non lasciarli
mai soli. Siamo consapevoli infatti degli sforzi necessari e a coloro che davvero intendono seguire le linee
guida del Rabbinato siamo pronti ad offrire il nostro aiuto ed il nostro supporto, impegnandoci a sostenere
Batei haKneset e la loro capacità di accogliere. Infatti, nonostante la crisi economica che ha colpito la nostra
re un modello di Comunità che incoraggia l’attività delle Bet haKneset. Non esistono troppe sinagoghe,
ne esistono forse ancora troppo poche. Il modello decentrato è quello in cui crediamo, perché sono luoghi
di culto e di studio ma sono diventate modelli sociali di ascolto e di accoglienza per i bisogni più disparati,
favorendo anche un migliore dialogo fra rabbinato e comunità. Realtà con tradizioni e riti differenti, tutti
da valorizzare, che raccolgono e riuniscono ebrei portando in casa loro vita ebraica. Uno per tutti Shirat
i prezzi dei prodotti. I risultati utili del bilancio parlano chiaro ed il settore è in continua espansione. B”H
sono sempre di più le famiglie che mangiano kasher e l’obiettivo per i prossimi anni è quello di permet-
tere a tutti un facile accesso ai prodotti kasher garantendo al contempo un alto standard della nostra
certificazione. Roma è un modello di proliferazione dei ristoranti e fast food kosher. Grazie a loro, all’edu-
dentro la nostra Comunità nuovi mashghichim. Un settore come quello formativo sulla kasherut su cui dob-
biamo e vogliamo investire con risorse della nostra Comunità fiduciosi del ritorno economico che ne potrà
derivare per i singoli e per la collettività comunitaria tutta.
CULTURA & MEMORIA
‘Per Israele’ ha sempre creduto nella valorizzazione della cultura, e della straordinaria ricchezza dei
magnifici tesori conservati nel nostro Museo, e nel nostro Archivio. Strutture che abbiamo rinnovato per
renderle, assieme al Centro di Cultura, meglio fruibili, più accoglienti e autosufficienti finanziariamente.
Negli ultimi quattro anni le attività culturali della Comunità si sono sempre piu aperte alla cittadinanza.
Tre esempi su tutti: laGiornata della Cultura Ebraica, la festa di Yom Haatzmaut, ed Ebraica Festival Interna-
zionale di Cultura, che porta ogni anno intellettuali, artisti e scrittori da tutto il mondo, con uno sguardo
remo aperta. Da pochi mesi, inoltre, è nata la Fondazione Museo Ebraico di Roma. Un modello di gestio-
ne dei dipartimenti che può essere replicato in altri settori se vogliamo garantirne sostenibilità e valoriz-
zazione. Ad oggi il Museo Ebraico di Roma, che include tutte le nostre variegate tradizioni, è capace di
attrarre visitatori da tutto il mondo e portarli a conoscere la nostra storia e la nostra cultura, con centomi-
la visitatori l’anno, relazioni autorevoli, grandi risultati economici ed un ambiente in cui valorizzare la
cultura di tutte le tradizioni del complesso mosaico della nostra storia. Dalla sala libica recentemente
inaugurata, alle tante mostre prestigiose allestite in questi anni. Ma non c’è cultura senza memoria.
La Memoria e soprattutto la memoria della Shoah non si trovano solo sui libri, sono incarnate nei racconti
dei testimoni e nel loro vissuto. Una Comunità che guarda al futuro non può esimersi da onorare nel
giusto modo chi ha fatto e sofferto molto per permetterci di essere dove siamo ora, senza mai dimenti-
care che l’ebraismo è soprattutto vita, e quella vogliamo raccontare.
SICUREZZA
La sicurezza dei luoghi e delle persone è fondamento della vita comunitaria e indispensabile al man-
tenimento di un clima di fiducia e serenità. La visione alla quale la nostra lista si ispira incoraggia
giovani e adulti a fare la propria parte, riconoscendo il giusto plauso a chi è in prima linea per
permettere al resto della comunità di vivere una vita ebraica in sicurezza. Le verifiche quotidiane,
dei servizi che i nostri addetti e soprattutto i nostri valorosi genitori e volontari compiono ogni giorno.
Grazie al supporto e ai finanziamenti esterni abbiamo modernizzato le difese senza intaccare in
alcun modo il budget comunitario. Sicurezza significa anche sensibilizzazione dei rischi che si corro-
no sulle piattaforme digitali e nel trasferimento dei contenuti e attraverso corsi di formazione – anche
in collaborazione con le forze dell’ordine – prevenire fenomeni come bullismo e cyber bullismo. Un
modello, quello della sicurezza di Roma, esempio in ogni parte del mondo e di cui siamo grati ai
nostri volontari ed ai professionali.
COMUNICAZIONE & SHALOM
In questi anni la comunicazione della Comunità si è rivelata seria ed autorevole presso i nostri interlo-
cutori ed accresciuto la nostra affidabilità presso le istituzioni. Anche grazie alla rivoluzione del siste-
ma con un piano di comunicazione dettagliato ed efficace sui social e sulle piattaforme digitali ci
siamo evoluti e siamo oggi presenti e facilmente raggiungibili. La rivoluzione avviata per Shalom ci ha
permesso non solo di proseguirne la pubblicazione del cartaceo – che speriamo di poter riproporre
come mensile se il progetto risulterà economicamente sostenibile -, resistendo alle richieste di chi
voleva chiuderlo o tassarlo. A questo abbiamo aggiunto una piattaforma quotidiana on line e il
di una Academy, una scuola che permetta ai giovani della nostra Comunità di entrare nel mondo del
web e della comunicazione.
POLITICA
La nostra Comunità non può vivere senza relazionarsi all’esterno. In questi anni abbiamo dosato i rappor-
ti con le autorità aprendoci alle istituzioni trasmettendo al tempo stesso autorevolezza e disponibilità
a trattare su certi temi solo quando non in conflitto con i nostri valori e tradizione storica. Vogliamo
capacità di dialogo con le tutte le forze politiche. Avere relazioni con l’esterno mai potrà significare per
noi cedere su temi come la difesa dei valori fondanti della vita religiosa e della cultura ebraica (casherut,
milot, ecc.) e il diritto dello Stato d’Israele ad esistere e difendersi. Potremo continuare a rivendicare una
nazionale ed internazionale, oltre che con i media e la stampa.
ISRAELE
Israele la nostra Lista ce l’ha nel nome, ma soprattutto nel cuore. L’idea fondante di ‘Per Israele’ è
quella di lavorare per la costruzione di un ebraismo capace di contribuire alla società civile portando
all’esterno con fierezza i nostri valori insieme alla capacità di interpretare il futuro. Aprire un fattivo
canale di collaborazione tra la C.E.R e le istituzione ebraiche italiane in Israele e gli organi Statali
preposti all’inserimento degli Olim, quali Sochnut e Ministero dell’Assorbimento, è un servizio indispensa-
bile oggi per alcuni ed una porta aperta per il futuro nostro e dei nostri figli. Potenziare Servizi Comu-
nitari già operanti, quali: Scuola (insegnamento della lingua ebraica parlata), Movimenti Giovanili (favo-
rendo rapporti e frequentazione tra ragazzi romani e ragazzi di origine italiana in Israele), apertura di
uno sportello in sede comunitaria che agevoli il non facile disbrigo delle pratiche per l’alià, programmi
di studio e scambi studenti con Università, corsi di formazione professionale (anche per l’apprendime-
nto di lavori manuali). Aprendo in seno alla Deputazione uno sportello che semplifichi l’iscrizione ai
corsi professionali suddetti per acquisire competenze che permettano sbocchi di lavoro, differenti dai
consueti, sia in Italia che eventualmente in Israele.
Questi sono gli obiettivi, e non facili slogan, che la lista ‘Per Israele’ vuole trasformare in realtà.