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    Mondo

    Nawaf Salam nuovo premier libanese: Hezbollah indebolito, dibattito sull’integrità della Corte Internazionale di Giustizia

    Il presidente libanese Joseph Aoun ha nominato Nawaf Salam, giudice della Corte Internazionale di Giustizia dell’Aja, come nuovo primo ministro del Libano. La sua candidatura è stata sostenuta da una maggioranza di parlamentari, con 84 voti a favore, mentre il premier uscente Najib Mikati ha ottenuto solo nove consensi. La sua designazione rappresenta una svolta significativa per il Paese dei Cedri e, al tempo stesso, solleva interrogativi sull’integrità della CIG.
    La comunità internazionale, in particolare gli Stati Uniti e l’Arabia Saudita, ha accolto con favore la scelta di Salam, ritenendola un passo avanti verso la stabilità politica del Libano. L’ambasciatore americano Amos Hochstein aveva già incontrato Salam nei giorni precedenti alla sua designazione, segnale di un forte interesse di Washington nel processo politico libanese.
    All’interno del Paese, invece, le reazioni sono contrastanti. Hezbollah e il suo alleato Amal avevano inizialmente sostenuto la riconferma di Najib Mikati, attuale premier ad interim, ma la spinta dell’opposizione e degli indipendenti ha reso inevitabile la nomina di Salam. Il leader delle Forze Libanesi, Samir Geagea, ha commentato la decisione affermando che si tratta di “una rottura con il passato”, mentre i partiti filo-iraniani restano scettici sulla capacità di Salam di formare un governo senza un compromesso politico con le forze tradizionali.
    La nomina di Salam è il segno dell’indebolimento di Hezbollah, che ha subito pesanti perdite nel conflitto con Israele e ha visto ridursi l’influenza del suo principale alleato regionale, il presidente siriano Bashar al-Assad, recentemente rovesciato. Questo ha aperto spazi per un cambiamento politico che fino a pochi mesi fa sembrava impensabile. Nonostante il largo sostegno parlamentare tuttavia, la strada per la formazione del nuovo governo si preannuncia tutt’altro che semplice. La nomina a Primo Ministro non garantisce automaticamente la creazione di un esecutivo, e la complessa macchina politica libanese potrebbe rallentare il processo con settimane o mesi di trattative. Salam dovrà negoziare infatti con i vari blocchi parlamentari, tra cui Hezbollah, per costruire una squadra di governo.
    Parallelamente, la nomina di Salam come premier apre il dibattito sull’indipendenza della Corte Internazionale di Giustizia. Tradizionalmente, questo organo è guidato da figure con una lunga carriera giuridica che si mantengono distanti dalla politica attiva. La scelta di un giudice ancora in carica per ricoprire un ruolo esecutivo in Libano solleva interrogativi sulla separazione tra giustizia e politica. Alcuni esperti sottolineano il rischio che questa mossa possa indebolire l’integrità dell’istituzione, in particolare in un momento delicato come questo, in cui Israele è stato accusato da Sudafrica e Irlanda di commettere un genocidio nella Striscia di Gaza.

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