In poche ore, due concerti del cantante ebreo americano Matisyahu sono stati cancellati dopo che i manifestanti filo-palestinesi hanno preso di mira le location in cui si sarebbe dovuto esibire. Dopo i politici, anche il mondo dell’entertainment è stato preso di mira dall’odio cieco nei confronti di Israele.
Entrambe le location in cui si sarebbe dovuto tenere il concerto hanno citato la carenza di personale e i problemi di sicurezza come motivo dell’annullamento dello spettacolo. Matisyahu, attraverso un post su X, si è anche offerto di pagare personale aggiuntivo e la sicurezza per lo spettacolo di Rialto Theatre di Tucson, in Arizona, ma i proprietari hanno rifiutato. “Lo fanno perché sono antisemiti o hanno confuso la loro empatia per il popolo palestinese con l’odio per qualcuno come me, che crea empatia sia per gli israeliani che per i palestinesi”, ha scritto riguardo a coloro che avevano cercato di cancellare il suo spettacolo. “È davvero un giorno triste quando il dialogo con coloro con cui non sei d’accordo viene abbandonato per incitare all’odio e mettere a tacere l’espressione artistica”.
Matisyahu è stato preso di mira dai gruppi pro palestinesi dopo che l’artista ha pubblicato un video in cui si vede avvolto in una bandiera israeliana mentre esegue “One Day” per i soldati israeliani durante una recente visita in un kibbutz attaccato da Hamas il 7 ottobre, dove ha incontrato i parenti degli ostaggi israeliani e ha tenuto un concerto di beneficenza con Netta Barzilai, la cantante israeliana che ha vinto l’Eurovision nel 2018.
La sezione di Tucson di Coalition for Palestine ha ripreso i video di quel viaggio in Israele per la lanciare una campagna di boicottaggio nei confronti del cantante. “Chiediamo al Teatro Rialto di non ospitare un artista che chiaramente si schiera con lo Stato di Israele”, si legge nel messaggio del gruppo pro-pal. “Matisyahu non si allinea ai valori della comunità che includono compassione e pace per i palestinesi. Spero che il Rialto dimostri quegli stessi valori cancellando il suo spettacolo”. Anche la sezione locale di Jewish Voice for Peace ha accolto l’appello, suggerendo di protestare di persona di fronte al teatro.
“Abbattere i manifesti dei bambini rapiti non porta giustizia. Lanciare slogan genocidari contro gli ebrei non porta la pace. Impedire ai fan di ogni origine etnica e religiosa di cantare insieme a Santa Fe o a Tucson non porta la pace, fa il contrario”, ha scritto sui social Matisyahu, denunciando le tattiche adottate dagli attivisti filo-palestinesi in questi mesi. Sul post di sono arrivati numerosi messaggi di solidarietà da parte di fan e altre celebrità filo-israeliane, tra cui l’influencer Montana Tucker, il deputato democratico Ritchie Torres e la cantante Regina Spektor.