Decine di migliaia di ebrei stanno partecipando alla
stesura di nuovi rotoli della Torah in ricordo delle vittime del 7 ottobre e
per mantenere alta l’attenzione sui civili rapiti ancora nelle mani di Hamas.
Il caso più eclatante è stato il progetto promosso da Rav David Avraham di The
Torah Scroll of the People of Israel, un’organizzazione no-profit che cerca di
coinvolgere gli ebrei nella scrittura dei rotoli della Torah, che ha visto la
partecipazione del Presidente dello Stato d’Israele Isaac Herzog.
Rav Avraham, sofer della città di Elad, sta
attualmente scrivendo un rotolo che verrà poi donato alla sinagoga del Kibbutz
Be’eri, una delle comunità del Sud di Israele più colpite dalla brutalità dei
terroristi palestinesi. A fine novembre, presso la piazza degli ostaggi a Tel
Aviv, è stata anche allestita una tenda per permettere a più persone possibile
di adempiere a questa lodevole mitzvà.
La partecipazione in massa anche della componente
più laica della popolazione israeliana è dovuta al grande trauma dei massacri.
Infatti, la tragedia sta spingendo molti ebrei laici e osservanti a radunarsi
attorno alla Torah e ad altri simboli ebraici in quella che vedono come una
fonte di forza e una dimostrazione di resilienza. Come nel caso di Michal
David, artista 63enne di Rishon Letzion, che è stata intervistata da Times of Israel,
proprio all’interno della tenda in cui si sta compiendo la mitzvà. “Quando vedo
un evento che collega la mia identità israeliana con le mie radici ebraiche, ne
sono immediatamente attratta”, ha detto l’artista dopo che ha riempito cinque
lettere: le iniziali dei nomi di ciascuno dei suoi nipoti.
Per Rav Avraham questo progetto simboleggia la
difficile situazione degli ostaggi. “Proprio come un rotolo della Torah
non è intero e utilizzabile finché non è presente ogni lettera, così il nostro
popolo è incompleto finché non verranno contati tutti i nostri ostaggi”,
ha detto a un partecipante al suo progetto, suscitando gli applausi degli altri
in attesa.
Il 3 dicembre il presidente Isaac Herzog ha
contribuito al progetto. Herzog ha dedicato la lettera Alef alla memoria di
Elhanan Kalmanson, un capitano dell’esercito morto salvando le persone a
Be’eri. “Trovo particolarmente commovente il fatto che questo rotolo verrà
donato alla comunità di Be’eri”, ha detto Hezrog durante una cerimonia.
Anche un semplice lavoro di colorazione, come quello
fatto dal presidente Herzog, comporta un’enorme responsabilità: il minimo
errore infatti renderebbe la pergamena non più kasher, sprecando quindi ore di
lavoro. Coloro che esitano ad assumersi questa responsabilità generalmente
appoggiano i palmi delle mani sulla mano dello scriba mentre scrive la lettera
o la compila. Anche le donne possono indirettamente compiere questa mitzvà
toccando la punta superiore della penna per evitare di toccare il sofer.
Quella promossa da Rav David Avraham tuttavia non è
l’unica iniziativa di questo genere. Diversi soferim stanno facendo completare
i propri rotoli della Torah a soldati, sopravvissuti e altri in seguito al
massacro del 7 ottobre.
Come nel caso di Noga Safer, che si stava cimentando
da anni nella scrittura di un rotolo della Torah. La guerra ha fatto mettere il
turbo al suo progetto. “Quando scoppiò la guerra ho cominciato a portare il
rotolo ovunque. Ho fatto completare le lettere ai sopravvissuti al massacro,
alle famiglie delle vittime, ai soldati nelle basi”, ha detto Safer, che per
ragioni che ancora non riesce a spiegare aveva lasciato diverse migliaia di
lettere vuote nel suo rotolo. Anche nel suo caso la partecipazione è stata
incredibile, migliaia di persone che hanno partecipato alla stesura del suo
rotolo. “Sanno istintivamente cosa fare” ha sottolineato entusiasta.