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    Gli istituti religiosi di Roma durante le persecuzioni nazifasciste: studiosi a convegno, tra nuovi documenti e confronto delle fonti

    Il ruolo degli
    istituti religiosi di Roma durante le persecuzioni nazifasciste nell’occupazione
    di Roma tra il 10 settembre 1943 e il 4 giugno 1944 è un tema assai dibattuto. Nuovi
    spunti sono emersi nel convegno “Salvati. Gli ebrei nascosti negli istituti
    religiosi di Roma (1943-1944)” che si è tenuto il 7 settembre 2023 presso la
    Fondazione Museo della Shoah di Roma, con i relatori che sono intervenuti
    approfondendo storie e analizzando diversi punti di vista.

    Grande
    dibattito ha suscitato un’inedita documentazione rinvenuta nell’archivio del
    Pontificio Istituto Biblico di Roma, che elenca le persone, in maggioranza ebree,
    protette dalle persecuzioni nazifasciste della Capitale grazie al rifugio loro
    offerto presso istituzioni ecclesiali della città. L’elenco delle congregazioni
    religiose ospitanti (100 congregazioni femminili e 55 maschili), insieme ai
    rispettivi numeri delle persone da loro ospitate, era già stato pubblicato
    dallo storico Renzo De Felice nel 1961, tuttavia la documentazione integrale
    era stata considerata perduta. Gli elenchi ora ritrovati si riferiscono a oltre
    4.300 persone, delle quali 3.600 sono identificate per nome. La documentazione incrementa così
    significativamente le informazioni sulla storia del salvataggio di ebrei nel
    contesto degli istituti religiosi di Roma. Per motivi di tutela della privacy,
    l’accesso al documento è al momento riservato.

    La
    documentazione rinvenuta è stata compilata dal gesuita italiano Gozzolino
    Birolo tra il giugno 1944 e la primavera del 1945, subito dopo la liberazione
    di Roma. Birolo è stato economo del Pontificio Istituto Biblico dal 1930 fino
    alla sua morte per cancro nel giugno 1945. Rettore dell’Istituto in questo
    periodo è stato il gesuita Augustin Bea, che fu creato cardinale nel 1959 e
    divenne noto per il suo impegno per il dialogo ebraico-cattolico, soprattutto
    per il documento del Vaticano II Nostra Aetate.

    Gli storici
    coinvolti nello studio dei nuovi documenti sono Claudio Procaccia, Direttore
    del Dipartimento Cultura della Comunità Ebraica di Roma; Silvia Haia Antonucci dell’Archivio Storico della CER; Grazia Loparco della
    Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium; Paul Oberholzer
    dell’Università Gregoriana; Iael Nidam-Orvieto, Direttore dell’Istituto
    Internazionale per la Ricerca sull’Olocausto dello Yad Vashem. La ricerca è
    stata coordinata da Dominik Markl (Pontificio Istituto Biblico e Università di
    Innsbruck) insieme al Rettore del Pontificio Istituto Biblico, il gesuita
    canadese Michael Kolarcik.

    Dagli
    interventi al convegno è emersa la necessità di mettere a confronto questa nuova
    documentazione con altre fonti. Come emerso nel dibattito successivo, che ha
    coinvolto numerosi altri studiosi, le problematiche aperte sono molte e questa
    fase rappresenta solamente l’inizio di un processo di analisi storiografica.

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