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    Ritrovato a Megiddo un antico cranio: potrebbe aver subito il primo intervento chirurgico al cervello

    Oltre 3.500 anni fa, due fratelli riuscirono a sopravvivere ad una grave malattia, uno di loro riuscì persino a farsi curare attraverso un intervento chirurgico al cervello: la procedura radicale di trefinazione. A rivelare tutto questo una recente scoperta a Megiddo. Quando gli archeologi hanno scavato i resti dei due fratelli nel nord di Israele, non si aspettavano di certo che uno dei due avesse addirittura un buco di forma quadrata nel cranio. Il foro tagliato con precisione è infatti il risultato di uno dei primi interventi chirurgici cerebrali eseguiti in Medio Oriente, noto anche come “trefinizione”. L’operazione consiste nella rimozione di  un pezzo del cranio.

     

    La trefinazione, a volte chiamata trepanazione, è uno dei più antichi interventi chirurgici conosciuti, e le civiltà di tutto il mondo praticano la procedura da migliaia di anni. In Francia, all’interno di un sito archeologico risalente a 6.500 anni sono stati trovati 120 scheletri, 40 di questi avevano subito la trefinazione.  “Circa una dozzina di antichi teschi con buchi di trefinazione sono stati scoperti in tutto il Medio Oriente”, ha detto Rachel Kalisher, dottoranda presso l’Istituto Joukowsky per l’archeologia e il mondo antico della Brown University.

     

    I medici oggi usano ancora una variazione di questo intervento chirurgico, chiamata “craniotomia”, per alleviare il gonfiore nel cervello dopo una lesione cerebrale traumatica.

    I due fratelli di Megiddo provenivano probabilmente da una famiglia benestante e vissero tra il 1550 a.C. e il 1450 a.C. nella tarda I età del bronzo. Sono stati sepolti sotto una casa in una delle parti più ricche della città. Uno dei fratelli, che aveva un cranio intatto, morì durante la fine dell’adolescenza o i primi anni ’20, pochi anni prima di suo fratello, e fu riesumato e sepolto insieme a lui quando morì il secondo fratello. L’altro fratello, che aveva avuto la procedura di trefinazione, aveva un’età indefinita tra i 21 e i 46 anni quando morì. Non c’erano prove di guarigione intorno al sito di trefinazione, quindi probabilmente è morto immediatamente o subito dopo l’operazione.

     

    Ciò che ha affascinato gli archeologi coinvolti nello studio è che entrambi i fratelli mostrano prove di essere stati malati per un lungo periodo di tempo. Le ossa recuperate da entrambi mostrano delle porose e contrassegnate lesioni, portando gli archeologi a ipotizzare che soffrissero di una malattia sistemica come la lebbra, la tubercolosi o anche una malattia genetica. Alcune indicazioni scheletriche, tra cui la presenza di una struttura frontale extra molare e atipica nel fratello con la trefinazione, indicano interruzioni dello sviluppo che potrebbero indicare una malattia genetica come la displasia cleidocranica, o la sindrome di Down.

     

    “Questi fratelli facevano parte della classe più ricca che viveva a Megiddo, che era di per sé una città piuttosto ricca”, ha detto Kalisher. “Non facevano parte della popolazione media, ed è quello che crediamo abbia permesso loro di sopravvivere con la malattia che avevano. Il luogo in cui sono stati trovati è molto vicino al palazzo di Megiddo”, ha spiegato il Prof. Israel Finkelstein, direttore della Scuola di Archeologia e Cultura Marittima dell’Università di Haifa. I fratelli sono stati sepolti in cima ad un’elaborata tomba di pietra piena di ornamenti in oro, bronzo, argento e ossa, scoperta nel 2016.

     

    Anche il luogo in cui la scoperta è stata fatta è estremamente rappresentativo. Meggido è conosciuta dai cristiani come Armageddon ( dell’ebraico “Har Megiddo”, o monte Megiddo). L’area, situata nel nord di Israele, è stata abitata continuamente da circa il 7.000 a.C. al 500 a.C. I cristiani credono che Megiddo sarà il luogo della battaglia finale per la fine del mondo, come menzionato nel Libro delle Apocalisse. Megiddo appare in “tutti i grandi archivi del Medio Oriente”. È menzionata nella Torah, così come nei documenti assiri, egiziani e itti. La città era un centro commerciale prospero e importante lungo la Via Maris, una via cruciale che collegava Egitto, Siria, Mesopotamia e Anatolia.

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