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    Sopravvissuto ai campi di sterminio muore sotto le bombe di Kharkiv

    Boris Romanchenko, 96 anni,
    sopravvissuto a quattro lager nazisti, è morto in casa sotto le bombe di
    Kharkiv.

    “Il nostro amico Boris,
    sopravvissuto ai campi di sterminio di Buchenwald, Peenemunde, Mittelbau-Dora e
    Bergen Belsen – ha scritto su Twitter la fondazione International Committee
    Buchenwald-Dora and Commands for Ukraine (IKBD), di cui Romanchenko era
    vicepresidente – è morto in un attacco al suo condominio a Kharkiv. Siamo
    profondamente scioccati”. Ricordato anche dal presidente ucraino Zelensky, il
    96enne ha dedicato la sua vita a testimoniare e a documentare i crimini
    nazisti.

    Nato il 26 gennaio 1926 a
    Bondari, vicino a Sumy, nel 1942 Romanchenko fu internato a Dortmund, come
    prigioniero di guerra. Dopo un tentativo di fuga fallito, fu deportato nel
    campo di sterminio di Buchenwald nel 1943. In seguito, fu costretto ai lavori
    forzati e a collaborare con i tedeschi per realizzare missili balistici V2
    nella base di Peenemuende, nel Mar Baltico. Fu poi trasferito nei lager di
    Mittelbau-Dora e di Bergen-Belsen.

    Dopo la guerra, Romanchenko si è
    dedicato ad aiutare le vittime della persecuzione nazista in Ucraina. Ha
    partecipato a diverse commemorazioni della Shoah, durante le quali era solito indossare
    l’uniforme a righe con il triangolo rosso, simbolo dei prigionieri politici.

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