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    Quando cucinare senza latte diventa arte

    Quante sono state durante il primo Lockdown le foto, i post su Instagram, le storie che ritraevano piatti di ogni tipo, chili e chili di pane e montagne di dolci?

    La panificazione e la pasticceria sono state il passatempo preferito di grandi e piccoli in tutto il mondo, ma in Israele, nella casa di una giovane ventunenne, questo passatempo era solo l’inizio di un progetto più grande.

    Karen Aharoni, una ragazza di 21 anni della Comunità Ebraica di Milano, laureata in Design della comunicazione pubblicitaria in Israele, con una grande passione per la pasticceria, è autrice del libro “L’arte del Parve”: una raccolta di ricette; non il classico libro di cucina tradizionale Casher, ma qualcosa di completamente nuovo. Un libro di pasticceria con ricette di famiglia, ma anche classici dolci rivisitati in chiave Parve (ovvero senza utilizzo di latte e suoi derivati).

    Il libro è stato pubblicato a Milano nei punti vendita Casher quasi per caso e ha avuto un grandissimo successo, tanto da essere richiesto a Roma, a Genova, e persino in Israele.

    Il tutto in chiave benefica: l’autrice infatti ha deciso di donare parte del ricavato alla Cucina Sociale Betei Avon di Milano.

    In un’intervista a Shalom, Karen ha deciso di raccontare il suo libro e le particolarità che lo caratterizzano.

    Da dove nasce l’idea di questo libro?

    “E’ nata un po’ come un’idea per passare il tempo durante il primo Lockdown. Ero in Israele, sola, senza la famiglia, dovevo tenere la testa impegnata, anche perché avevo paura, perciò dovevo fare qualcosa per non pensare.

    Durante il Lockdown ho notato che il collante della famiglia era proprio il cibo: vedevo sui social persone che trascorrevano il tempo in cucina, non solo a fare dolci, ma anche panetteria e qualsiasi tipo di cibo. Da qui mi è venuta l’idea di creare questo libro di ricette Parve, pensando alla nostra cultura: siamo pieni di festività in cui per la maggior parte si cucinano piatti di carne … e di dolce cosa faccio? I dolci senza latte sono sempre gli stessi, per questo mi è venuto in mente di fare qualcosa di nuovo”.

     

    Da dove provengono le ricette che hai raccolto nel libro?

    “Molte ricette sono mie. Altre sono ricette di tradizioni tramandate dalla famiglia, mentre altre sono ricette classiche, rivisitate in chiave Casher e Parve. Ho testato e sperimentato ogni singola ricetta.

    A Rosh Ha Shanà sono tornata a Milano dalla mia famiglia e sono rimasta qui. Ho deciso di tentare di fare questo libro, che è una cosa del tutto nuova. Ho fatto la grafica, ho deciso di stamparlo e ho iniziato a venderlo all’interno della nostra Comunità.

    A Milano i libri si trovano in tutti i negozi Casher. Poi ha avuto un grandissimo successo: ho ricevuto telefonate da Roma, dagli Italkim in Israele, da Genova…

    Adesso le copie sono in ristampa in tutte queste città. Non me lo aspettavo, è stata una cosa creata passo dopo passo”.

     

    A differenza degli altri libri di cucina che si concentrano sulla tradizione, tu hai deciso di concentrarti sulla pasticceria Parve, con ricette non proprio tradizionali. Perché questa scelta?

    “Prima di tutto ho una grandissima passione per i dolci, poi volevo trovare una soluzione al fatto che durante le feste e lo Shabbat, bisogna fare un dolce Parve e i dolci sono sempre gli stessi; volevo dimostrare che anche nel Parve c’è una vasta scelta.

    Nel libro c’è di tutto: dalle torte, ai biscotti, ai dolci al cucchiaio, ai pasticcini, qualunque categoria di dolce in versione Parve.

    Ci sono molte persone che dicono che il dolce se non è Halavì non è buono. Non è vero, anche un dolce Parve può essere buono: ognuno secondo il proprio gusto può trovare quello che più gli piace.

    Il successo di questo libro infatti non sta nella vendita, e nel fatto che lo vogliano anche in altre città, il mio successo personale è che questo libro abbia incontrato l’interesse di tutte le fasce d’età e di tantissime persone diverse tra loro. Ciascuno dei lettori ha trovato un po’ di sé nel mio libro e questa è la cosa che mi rende più fiera”.

     

    Creare un dolce Parve significa fare a meno di diversi ingredienti che possono anche “compromettere” il suo gusto originale; qual è il segreto per rendere ugualmente goloso un dolce Parve, anche senza l’utilizzo di latte e burro?

    “Oggi la differenza è davvero minima: certo, non possiamo paragonare un dolce Parve ad un dolce Halavì, però oggi abbiamo ingredienti come la panna vegetale che si può usare per un dolce che possono mangiare anche persone vegetariane o intolleranti al lattosio.

    Al posto del latte si può usare il latte di soia. L’importante è saper bilanciare gli ingredienti e i diversi gusti in modo giusto.

    Qualunque ricetta Halavì si può trasformare in Parve senza nessuna difficoltà.

     

    Qual è la ricetta a cui sei più legata?

    “ I cannoncini. Sono il mio dolce preferito. Adoro i dolci con la crema, tra l’altro la crema pasticcera Parve con il latte di soia è il mio cavallo di battaglia.

    Alla fine quelle nel libro sono ricette di base, molto semplici: l’idea è che le persone prendano spunto da quelle ricette, per poi arricchirle e farle proprie: da un semplice pan di spagna si possono creare dei dolci pazzeschi, così come con la millefoglie: c’è chi sceglie di metterci le fragole, chi il cioccolato, ognuno può creare la versione che preferisce.

    Nel libro oltre alle ricette, alla fine ci sono delle caselle di conversione delle misure: invece dei grammi ci sono bicchieri e cucchiai e ci sono le tabelle delle calorie.

    La cosa che mi preme di più sottolineare è che parte del ricavato del libro verrà devoluto alla Cucina Sociale Betei Avon, anche per compiere un gesto di bontà in questo periodo, visto che ci sono delle persone che non riescono a portare a casa un pasto caldo e Betei Avon si occupa di dare a tutte queste persone una mano, perciò mi sembra giusto in questo momento così difficile dare un piccolo contributo”.

     

    Cos’è per te la cucina?

    “Per me la cucina è un luogo di incontro per tutta la famiglia davanti a un pasto e in cui ci si racconta.

    Tutti i grandi incontri infatti avvengono di fronte al cibo, che siano di famiglia o di lavoro, perciò avendo questa accezione, credo che la cucina sia il cuore pulsante di ogni famiglia”.

     

    Il libro si può acquistare contattando direttamente Karen sui suoi profili social.

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