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    Israele sperimenta il robot in classe

    Un ‘robot insegnante’ in classe. Questo è il progetto sperimentale promosso dal Dipartimento di ricerca e sviluppo del Ministero dell’Istruzione israeliano, con l’obiettivo di scoprire se un giorno i robot saranno in grado di svolgere ruoli significativi nel contesto educativo. 

    E proprio il tema dell’innovazione per la scuola del prossimo futuro sarà alla base della Conferenza per l’istruzione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), che, per la prima volta, si terrà a Gerusalemme la prossima settimana. In questa occasione verranno presentati centinaia di prodotti e strumenti high tech utilizzati in circa 400 scuole israeliane. Si attendono ispettori, educatori, psicologi e dirigenti scolastici da 31 Paesi.

    “Di recente i robot hanno fatto grandi progressi in termini di capacità di comprensione” ha affermato a The Media Line Chen Giladi, direttore di Telerobotica presso il Sami Shamoon College of Engeneering – Parlo principalmente dello sviluppo dell’algoritmo che gli consente di rispondere a problemi complessi in tutti i tipi di situazione senza alcuna supervisione”.

    Il robot realizzato da Giladi è attualmente in fase di sperimentazione come assistente di un insegnante in una classe di quarta elementare. All’androide è stata data una forma umana rudimentale.  E’ in grado di compiere diverse funzioni come proiettare informazioni sul quaderno dello studente seduto accanto a lui, di leggere testi e fornire feedback. 

    Uno degli obiettivi più importanti, secondo lo studioso, è rendere l’androide più autonomo possibile, in modo tale che possa interagire liberamente con gli esseri umani, usando segnali visivi o vocali. “Può essere utilizzato in diversi modi, come pianificare lezioni o supportare gli insegnanti” ha spiegato Giladi.

    Sicuramente “gli insegnanti hanno qualità che non possono essere replicate dai robot: affetto, emozioni, amore. – ha aggiunto lo studioso – Quando i bambini vanno a lezione hanno bisogno di calore umano, che solo loro possono dare”.

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