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Le bandiere italiane, gli stendardi con i volti dei partigiani ebrei, i vessilli e lo striscione della brigata ebraica hanno costituito lo scenario che ha accompagnato la cerimonia dell’ebraismo romano per le celebrazioni del 25 aprile, 80° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo.
Il corteo, aperto dallo striscione “25 aprile Antifascisti sempre” è partito dal cimitero di guerra del Commonwealth di via Zabaglia ed è giunto a Porta San Paolo, luogo emblematico della lotta partigiana a Roma, dove come consuetudine è stata deposta una corona di fiori a nome della Comunità Ebraica di Roma e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in ricordo della Brigata Ebraica e dei partigiani ebrei che caddero per combattere gli occupanti. Momenti di silenzio come richiesto dalla solennità dell’iniziativa, conclusa con l’intonazione dell’inno d’Italia da parte dei presenti.
Dall’altra parte della piazza, distanziati da un solido cordone delle forze dell’ordine, alcuni gruppi filopalestinesi, i cui cori di contestazione sono rimasti solo sullo sfondo, senza condizionare l’andamento della solenne cerimonia. Una sorta di contromanifestazione che nulla ha a che fare con la liberazione dell’Italia, tanto più che il Gran Muftì di Gerusalemme era alleato della Germania nazista.
Le celebrazioni del mondo ebraico hanno visto in prima linea il Rabbino Capo Riccardo Di Segni, il Presidente della Comunità di Roma Victor Fadlun e la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
Per le istituzioni presenti i senatori Lucio Malan ed Ester Mieli.
“Siamo orgogliosi, oggi è un giorno di festa per l’Italia, festeggiamo la liberazione del nostro paese – ha sottolineato Fadlun nelle sue dichiarazioni – A quella liberazione hanno partecipato i partigiani che hanno favorito gli alleati nel loro intento. Tra questi partigiani oltre 800 erano ebrei. È una proporzione davvero abnorme. Gli ebrei hanno dato un grande contributo alla liberazione del nostro paese. Di questo noi siamo fieri e siamo qui per ricordarlo felici e gioiosi”.
In merito alla divisione della piazza ha poi aggiunto: “Questo è davvero fuori dalla storia. Le bandiere palestinesi sono le bandiere di chi era alleato dei nazisti. A Gerusalemme il Gran Muftì prendeva il caffè con Hitler, ragionando sullo sterminio della popolazione ebraica e sulla creazione di un governo tirannico che avrebbe dovuto governare l’Europa. Queste bandiere sono frutto di mancanza di educazione” ha concluso Fadlun.
Anche Noemi Di Segni ha condiviso riflessioni e sfide poste da questa giornata. “È una giornata di festa per tutti gli italiani, senza divisioni, come di tutti è la liberazione dell’Italia e non altre liberazioni accampate in maniera pretestuosa”. Ha quindi sottolineato il ruolo della Brigata ebraica e dei partigiani ebrei, per poi ricordare i principi e i valori costituzionali che questo anniversario ci invita a celebrare, senza però abusarne, come ha fatto chi si trovava dall’altra parte della piazza.
Le celebrazioni sono poi proseguite al Museo della Liberazione di via Tasso. Insieme al sindaco di Roma Roberto Gualtieri, è stata deposta una corona di fiori alla presenza del presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun, della Vice Presidente del Museo Storico della Liberazione e Vice Presidente CER Antonella Di Castro, della presidente UCEI Noemi Di Segni, del Presidente del Museo stesso Roberto Balzani.
“La rinascita si deve molto al coraggio di chi volle non essere solo spettatore, ma a chi partecipò attivamente alla liberazione del Paese – ha affermato Gualtieri – In questo, il ruolo degli ebrei italiani è stato fondamentale. Erano stati vittime dell’ abominio della Shoah, della deportazione a Roma, del rastrellamento del 16 ottobre e di tante altre violenze terrificanti. Ma bisogna anche ricordare che sono stati tantissimi tra i partigiani gli ebrei che hanno coraggiosamente contribuito alla liberazione d’Italia. Quindi questa è una festa importante per tutti. Naturalmente il posto della Comunità ebraica è qui a celebrare la liberazione, che rappresenta la liberazione di tutto il Paese e la salvezza per gli ebrei italiani che il fascismo e il nazismo volevano sterminare”.