Il sopravvissuto alla Shoah Eddie Jaku,
che lo scorso anno aveva pubblicato il suo libro di memorie, “L’uomo più
felice della Terra”, è morto a Sidney a 101 anni. “Mancherà, soprattutto alla nostra Comunità
ebraica. Era un’ispirazione e una gioia” ha affermato il Primo ministro
australiano Scott Morrison che ha sottolineato come Jaku abbia reso “la sua
vita una testimonianza di come speranza ed amore possano trionfare sull’odio e
la disperazione”.
Nato nel 1920 a Leipzig, in Germania,
Abraham ‘Adi’ Jakubowiez fu vittima della persecuzione nazista. A 13 anni fu
cacciato da scuola, riuscendo però a terminare gli studi in un’altra città
sotto falso nome, con la qualifica in meccanica di precisione. Nel 1938 fu
catturato dai nazisti e portato prima a Buchenwald e poi ad Auschwitz, dove i
suoi genitori e sua sorella furono uccisi. Jaku riuscì a scappare dalla “marcia
della morte”, nascondendosi nel bosco da solo per molti mesi prima di essere
trovato dall’esercito americano, malato di tifo e di colera. Dopo il matrimonio
in Belgio, nel 1950 arrivò in Australia. Jaku, marchiato a vita dal numero di
prigionia di Auschwitz 72338 sull’avambraccio sinistro, condivise per molti
anni la sua storia al Sydney Jewish Museum, dove si offrì volontario come
guida.
In uno dei suoi ultimi discorsi Jaku aveva
spiegato: “Io non odio nessuno. L’odio è una malattia che può distruggere il
tuo nemico, ma che distruggerà anche te”. “La felicità non cade dal cielo. È
nelle tue mani. E io sto facendo tutto quello che posso per rendere questo
mondo un posto migliore per tutti”.