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    ROMA EBRAICA

    Una targa in memoria di Carolina Milani, unica non ebrea deportata il 16 ottobre 1943

    Una targa commemorativa ha contribuito a onorare, ricordare e celebrare il gesto di umanità, solidarietà e coraggio di Carolina Milani – l’unica cittadina non ebrea deportata ed uccisa ad Auschwitz in seguito alla razzia nazifascista del 16 ottobre 1943 a Roma – che rifiutò la libertà offertale dai tedeschi pur di non abbandonare Enrichetta De Angeli, la sua anziana assistita ebrea condividendone la tragica sorte.
    Il percorso di Memoria, durato anni, che già l’anno scorso – sempre con la partecipazione delle pronipoti di Carolina Milani – si concretizzò alla Stazione Tiburtina, all’ex Collegio Militare e sotto la Sukkà nei giardini del Tempio Maggiore, si è concluso il 1° dicembre con il riconoscimento di questo sacrificio nel corso di un solenne e coinvolgente evento promosso e realizzato dall’Associazione Progetto Memoria – con la collaborazione del Comune di Scarperia e San Piero (FI) – con lo svelamento di una lapide sulla sua casa natale alla presenza di numerosi suoi familiari e dei locali istituti scolastici.
    Nel corso della sentita e partecipata cerimonia, curata dal Vicesindaco Pietro Modi, hanno preso la parola il Sindaco Federico Ignesti, la Dirigente scolastica Meri Nanni, l’Assessore della Comunità Ebraica di Firenze Davide Liscia, l’ex Presidente della Comunità Ebraica di Roma Claudio Fano.
    Tutti gli interventi sono stati caratterizzati da un marcato riferimento alla memoria, all’inclusione, all’esempio, alla dignità ed all’uguaglianza, oltre che al coraggio ed alla speranza, che oggi come allora – quando sembra che la storia si ripeta – ci costringono a riflessioni e ad un impegno di civiltà sempre più importante.
    La Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha inviato un messaggio, letto da Miriam Dell’Ariccia Nacamulli, Vicepresidente dell’Associazione Progetto Memoria, in cui ha espresso la corale commozione delle Comunità Ebraiche italiane nell’omaggiare la memoria e il coraggio di Carolina Milani, riflettendo sul suo gesto alla luce dell’attualità: “Oggi ci vuole coraggio anche per ricordare in modo coerente quel coraggio” ha scritto. “Apprezzo dunque con sincerità l’impegno del Comune di Scarperia e il prodigarsi dell’Associazione Progetto Memoria e di Lello Dell’Ariccia in particolare per essersi prodigati e aver realizzato assieme questo percorso di memoria. È un atto di doverosa coerenza e nei tempi che viviamo è ancor più significativo” ha affermato con le sue parole.
    Lello Dell’Ariccia, Presidente dell’Associazione Progetto Memoria, ha sottolineato il ruolo strategico dell’Associazione nel trasmettere il ricordo della Shoah ai giovani presso scuole, associazioni, parrocchie, per portare a una memoria condivisa. Un messaggio indirizzato soprattutto ai giovani e naturalmente ai familiari di Carolina Milani, di cui ha ricordato nel dettaglio la storia. Il 16 ottobre 1943 i nazisti a Roma effettuarono un arresto di massa di cittadini italiani di religione ebraica. Rinchiusero in una caserma, il Collegio Militare, più di 1250 persone. Per intervento del Vaticano furono liberati tutti i membri delle famiglie di matrimonio misto, i battezzati e le persone arrestate per errore. Una sola rifiutò la libertà, Carolina Milani, appunto. Assisteva Enrichetta de Angeli, un’anziana signora ebrea malata, di cui col tempo era diventata amica. Arrestata insieme alla sua assistita e portate nel cortile del Collegio Militare, aveva rifiutato la libertà offerta dai militari tedeschi a tutti gli arrestati di religione non ebraica. Il 18 ottobre, alla Stazione Tiburtina, furono caricati su un treno bestiame sigillato e deportati al campo di sterminio di Auschwitz. Tra loro anche Carolina Milani, che fu assassinata ad Auschwitz nelle camere a gas. “Un nobile gesto di generosa umanità, di coraggio e di solidarietà – ha affermato Dell’Ariccia – A mio parere la prima Giusta fra le Nazioni italiana. Insieme al bimbo senza nome, un cittadino italiano senza certificato di nascita e senza certificato di morte, nato in quel cortile sotto lo sguardo sbigottito di mille persone, e partito per Auschwitz in braccio alla sua mamma, è in qualche modo il simbolo di quella che giustamente è stata definita l’infamia tedesca”. Ha ricordato poi la lunga storia che ha portato alla scoperta di Carolina Milano, avvenuta proprio da Progetto Memoria poco tempo fa e culminata con l’emozionante incontro con le nipoti. Da quel momento è stata ricordata in diverse occasioni: “A Roma con il dopolavoro Ferrovieri alla Stazione Tiburtina; all’ex Collegio Militare; nel giardino della Sinagoga. E poi nella trasmissione televisiva Sorgente di Vita. Sempre alla presenza di almeno una delle pronipoti. E oggi la ricordiamo davanti alla sua casa natale, davanti ai suoi concittadini, con una cerimonia che vuole lasciare un ricordo, un segno tangibile di una scelta di umanità e generosità”.
    Ha concluso la cerimonia un sentito e commosso intervento – a nome della famiglia – di Elisa Martellini, una delle pronipoti di Carolina Milani, cui va il merito del primo contatto con l’Associazione Progetto Memoria facendo riemergere da un buio del tempo una figura emblematica di come i sentimenti e lo spirito siano la vera forza che muove le azioni umane.

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