
La riforma dei contributi varata dalla Giunta della Comunità Ebraica di Roma si basa su quattro pilastri: l’eliminazione dell’obbligo contributivo delle famiglie per nascite e bar/bat mitzvà; lo stop alle cartelle esattoriali per i prossimi due anni; la possibilità per tutti di esprimere il proprio voto alle elezioni comunitarie; la creazione di un “assessorato al ritorno”. Cerchiamo di capire meglio di cosa si tratta dalla voce dell’Assessore ai Contributi Angelo Sed.
Partiamo dalle basi: a cosa servono i contributi che annualmente gli iscritti versano alla CER?
Come disciplinato dall’art. 34 dello Statuto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ogni iscritto alla Comunità Ebraica è tenuto a versare un contributo annuale, stabilito in base alla propria capacità economica, per sostenere le attività istituzionali. Il calcolo tiene conto di tutti i redditi, anche di quelli esenti da imposte o già tassati alla fonte. Se l’iscritto non presenta la dichiarazione dei redditi o questa risulta poco attendibile, la Comunità può stimare il reddito sulla base di elementi oggettivi. Tra i criteri usati rientrano età, professione, titolo di studio, patrimonio immobiliare e mobiliare (case, azioni, automobili, ecc.) e incarichi ricoperti. I contributi stabiliti hanno valore legale: diventano un vero e proprio credito della Comunità e, una volta definitivi, devono essere regolarmente versati, salvo ricorso dell’interessato.
Da quali esigenze è nata questa riforma?
L’obiettivo è permettere a ogni ebreo di partecipare alla vita comunitaria e di non rinunciare all’adempimento delle mitzvoth. Molte persone negli anni si sono allontanate: queste misure rientrano in una strategia più ampia, che fa riferimento al nuovo assessorato al ritorno, volta a favorire un riavvicinamento di chi ha cancellato la propria iscrizione o si è semplicemente allontanato dal mondo ebraico. Il diritto di voto, la celebrazione di una nascita o di un Bar/Bat Mitzvah rappresentano momenti di vita comunitaria ebraica che non possono essere ostacolati da vincoli economici.
Quali sono le misure concrete che verranno messe in campo con questa riforma e come ne beneficeranno gli iscritti alla CER?
Con la delibera dello scorso luglio, la Giunta CER ha approvato le seguenti novità. La prima riguarda le famiglie: non sarà più necessario presentare l’attestazione di regolarità contributiva né chiedere il nullaosta per nascite o per celebrare un Bar/Bat Mitzvah. In caso di morosità, l’Ufficio contributi concorderà direttamente un piano di pagamento. La seconda è che, in via sperimentale per due anni, la CER non si rivolgerà all’Agenzia delle Entrate per recuperare i contributi non versati, ma gestirà la riscossione in autonomia, puntando sulla collaborazione spontanea degli iscritti. La terza novità riguarda il voto: alle prossime elezioni comunitarie potranno votare tutti gli iscritti, anche chi non è in regola con i contributi, perché il diritto di voto non può essere negato.
Cosa risponde a coloro che criticano questa riforma sostenendo che contraddica il lavoro svolto nelle precedenti consiliature in tema di riforma dei contributi?
Nel 2022 il sottoscritto, sempre in qualità di Assessore ai contributi, dopo aver avviato un accurato riesame con la collaborazione dei membri della commissione che ringrazio per l’enorme lavoro svolto, ha presentato e ottenuto dalla dirigenza comunitaria un’importante riforma della contribuzione. In particolare, sono state definite le fasce contributive e fissati i nuovi criteri di revisione con l’obiettivo di rendere la contribuzione degli iscritti più trasparente, equa ed equilibrata. Con le recenti novità deliberate non sono stati affrontati cambiamenti nella determinazione della contribuzione, ma solamente nella modalità di agevolare la partecipazione degli iscritti alla vita comunitaria.
Cosa succederà tra due anni quando si giungerà a questa scadenza?
Le misure deliberate non prevedono alcun condono o rottamazione del contributo comunitario. La CER non intende stralciare e/o azzerare le posizioni dei contribuenti, come avviene a titolo esemplificativo con le disposizioni governative. Consentire agli utenti di votare ovvero dare la possibilità ai nostri iscritti di poter formalizzare l’iscrizione di un figlio nato o far svolgere la cerimonia del Bar/Bat Mitvah, non deve essere interpretata come una definizione agevolata. L’Ufficio contributi valuterà le singole posizioni, e nel caso di morosità del nucleo familiare provvederà a concordare un piano di dilazione. Al termine del biennio sperimentale la dirigenza comunitaria valuterà gli effetti di tale misura.