La Comunità Ebraica di Roma si è stretta una volta ancora allo Stato d’Israele, accogliendo nella Capitale i genitori di “Or Lamishpachot”, l’associazione israeliana che raccoglie i genitori che hanno perso i figli in guerra o in attentati terroristici.
Tante attività legate alla festa di Purim, con cui ha coinciso, come da tradizione, il loro arrivo a Roma. La sera di domenica il momento più solenne, con la partecipazione al Tempio Maggiore della cerimonia per il ripristino all’uso di un un Sefer Torah, donato da Alberto Mieli e Giorgia Calò, dedicato proprio alla memoria dei soldati israeliani caduti nelle guerre di questi quasi 76 anni di esistenza. Poi l’incontro con le scuole ebraiche, un banchetto al Tempio Bet-Michael, la festa a Villa York, una cerimonia al Tempio dei Parioli Beth Eliyahu. Ma anche visite turistiche, una gita a Firenze, sedute terapeutiche, pranzi e cene in compagnia e, in chiusura, la cerimonia alla Casa di Riposo, dove è stata scoperta una lapide con i nomi dei figli caduti ed è stato piantato un ulivo a cura del KKL.