Grande festa a Piazza Barberini, a Roma, per la tradizionale accensione della Chanukkià, il candelabro a nove braccia simbolo della festa di Chanukkà. Un appuntamento gioioso, fatto di canti, balli e dolci dalle ricette antiche, che da ormai da trentacinque anni rallegra ed avvicina ebrei e semplici curiosi nel cuore della Capitale. Organizzata dai Chabad Lubavitch, con la guida di Rav Itzchak Hazan, e patrocinata dal Comune di Roma, l’accensione della Chanukkià rappresenta un ulteriore punto di contatto tra gli ebrei romani e la propria città.
“L’evento è suggestivo, non capita spesso di assistere alla accensione di un candelabro gigante. La gente è curiosa, si avvicina e noi la accogliamo spiegando loro il significato della festa – ha commentato Rav Shalom Hazan – Il messaggio è quello di educare le giovani generazioni ad illuminare l’oscurità”.
Ad ogni presente è stata consegnata una candela, e nell’ora del crepuscolo Piazza Barberini si è scaldata del calore di tante fiammelle di Channukà che hanno accompagnato l’accensione del grande candelabro. Poi i canti tipici e la distribuzione delle Sufganiot, le bombette zuccherate, in un’atmosfera di gioia e grande festa.
“Questo è un momento di grande orgoglio collettivo. Le luci che abbiamo acceso non sono semplici fiamme, ma luci di una vita, di una vivacità che assieme ai Chabad abbiamo costruito in questi anni in città. Fiamme di coraggio, pace e libertà, che attraverso l’educazione trasmettiamo a tutti” ha detto la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello.
A portare gli auguri del Comune, la vicesindaca Silvia Scozzese: “È importante essere qui oggi, per una ricorrenza di luce e speranza, che sono elementi comuni per tutti noi. La Comunità ebraica è Roma, fa parte della nostra storia”.
Come tutte le feste ebraiche, anche Chanukkà evoca una memoria. Dopo aver vinto contro il numeroso esercito seleucide del sovrano Antioco Epifane, gli ebrei scoprirono che nel Tempio di Gerusalemme fosse rimasta una sola ampolla di olio integra per accendere la Menorah, il candelabro a sette braccia. Invece di durare un giorno, quella piccola quantità durò per otto giorni, il tempo necessario per prepararne dell’altra. Da questi due miracoli prende vita la festa di Chanukkà, che simboleggia la resilienza e la forza dei pochi contro i molti.