La ricerca storica è, per definizione, sempre in evoluzione. Anche per quanto riguarda argomenti molto studiati, come la razzia degli ebrei romani svolta il 16 ottobre 1943. In questo caso certamente le nuove scoperte non vanno a modificare i grandi numeri: la Shoah resta un assassinio di milioni di persone – 6 milioni la cifra ufficiale elaborata per difetto – che i nazifascisti consideravano ebrei al di là del loro credo effettivo, delle inclinazioni politiche e via dicendo. Ma è evidente che ogni dato aggiunto sui deportati è importante per la dignità e il ricordo della singola persona ed è altrettanto evidente che i numeri qui forniti non possono essere definitivi.
Allo stato attuale delle ricerche, le persone coinvolte nell’arresto e nella deportazione furono 1022, ovvero coloro che rimasero al Collegio Militare dopo le scarcerazioni, coloro che furono aggiunti successivamente, compresi anche i 2 ebrei defunti durante l’arresto i quali, è vero che non sono stati deportati, ma certamente non possono essere dimenticati nel conteggio che riguarda gli arresti del 16 e la deportazione del 18 ottobre 1943.
Andiamo nel dettaglio:
– il numero di coloro che furono arrestati – quindi prima della scarcerazione di coloro che non furono considerati ebrei (i rilasciati furono circa 252), comprese le 2 persone che morirono durante gli arresti (Samuele Emanuele Ermanno Valabrega e Sofia Soria) – fu circa 1269;
– il totale delle persone presenti al Collegio Militare dopo le scarcerazioni fu 1018 in quanto vi sono compresi Carolina Milani, non ebrea, assistente di Enrichetta De Angeli che era molto malata e che la Milani non volle lasciare; il figlio di Cesare Di Veroli e Marcella Perugia che nacque durante la permanenza al Collegio Militare; Isacco Sermoneta, che non fu arrestato, ma si consegnò per seguire la moglie Pacifica Efrati e le 3 figlie;
– il 18 ottobre 1943 i deportati sul treno per Auschwitz furono 1020, infatti furono aggiunti Massimo Darmon che era stato arrestato il 30 settembre e Costanza Sermoneta che, alla stazione, salì sul convoglio diretto ad Auschwitz per seguire il marito Eugenio Calò.
All’arrivo ad Auschwitz, il 23 ottobre 1943, circa 850 persone furono dirette alle camere a gas (circa 600 selezionate dalle SS tra coloro che erano inadatti al lavoro, compresi uomini che con la barba di 7 giorni sembravano più vecchi della loro età, più circa 250 che erano stati inizialmente compresi nel gruppo destinato al lavoro ma che non se la sentirono di percorrere i 10 km per raggiungere l’altro campo), ne restarono quindi 201 (154 uomini e 47 donne).
Ne ritornarono 16:
1) Michele Amati, nato a Roma il 20/10/1926, liberato a Buchenwald il 04/04/1945;
2) Lazzaro Anticoli, nato a Roma il 03/01/1910, liberato a Stolberg l’08/05/1945;
3) Enzo Camerino, nato a Roma il 02/12/1928, liberato a Buchenwald in data ignota, tornato a Roma il 09/06/1945;
4) Luciano Camerino, nato a Roma il 23/07/1926, liberato a Buchenwald in data ignota, tornato a Roma il 09/06/1945;
5) Cesare Di Segni, nato a Roma il 05/10/1899, liberato ad Auschwitz il 27/01/1945;
6) Lello Di Segni, nato a Roma il 04/11/1926, liberato a Dachau il 29/04/1945;
7) Angelo Efrati, nato a Roma il 29/04/1924, liberato a Ravensbrueck il 02/05/1945;
8) Cesare Efrati, nato a Roma il 02/05/1927, liberato a Flossenburg il 22/05/1945;
9) Sabatino Finzi, nato a Roma l’08/01/1927, liberato a Buchenwald l’11/04/1945;
10) Ferdinando (Fernando) Nemes, nato a Fiume l’08/06/1921, liberato a Buchenwald l’11/04/1945;
11) Mario Piperno, nato a Roma il 06/06/1916, liberato a Dachau il 29/04/1945;
12) Leone Sabatello, nato a Roma il 18/03/1927, liberato a Ravensbrueck il 30/04/1945;
13) Angelo Sermoneta, nato a Roma il 10/06/1913, liberato a Dachau il 29/04/1945;
14) Isacco Sermoneta, nato a Roma l’08/03/1912, liberato a Monaco l’01/05/1945;
15) Settimia Spizzichino, nata a Roma il 15/04/1921, liberata a Bergen Belsen il 15/04/1945;
16) Arminio Wachsberger, nato a Fiume il 04/11/1913, liberato a Dachau il 29/04/1945;
Si sottolinea che furono liberate, ma morirono subito dopo, anche Fiorella Anticoli ed Enrica Spizzichino.
Quindi le persone liberate furono 18 (15 uomini e 3 donne), ma coloro che effettivamente ritornarono e poterono riprendere la propria vita furono 16 (15 uomini ed 1 donna).