Ieri sera presso il Centro Ebraico Il Pitigliani si è tenuto l’evento “Antisemitismo e xenofobia nell’era dei populismi in Europa”, un incontro moderato dal Direttore del TG3 Giuseppina Paterniti Martello, dove il Ministro per gli Affari Europei Vincenzo Amendola, Marta Dassú, Direttore di Aspenia dell’Aspen Institute, e Mario Toscano, professore di storia contemporanea alla Sapienza, hanno discusso del recente clima di odio e antisemitismo che c’è in questo momento in Europa.
Ad aprire la serata, il Presidente del Pitigliani, Bruno Sed e il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello. Quest’ultima ha ricordato come sia necessario fare luce su questo clima di odio antisemita che “oggi sta diventando un fenomeno chiaramente in crescita e con palese evidenza”.
La moderatrice, prima di fare le domande ai tre oratori, ha fatto un punto su quello che è il clima che stiamo vivendo, non solamente in Italia, come mostrato da un breve filmato fatto vedere ai presenti, ma in tutta Europa, dove città come Dresda, in Germania, hanno lanciato l’allarme sul crescente intolleranza che l’estrema destra sta alimentando.
Il primo a parlare è stato il Ministro Amendola, che prendendo spunto dal discorso del Presidente della Germania per l’anniversario della caduta del Muro, ha ricordato come “esista ancora un muro invisibile di antisemitismo e intolleranza” che è difficile da buttare giù e al quale diversi populismi si stanno appoggiando e lo sta legittimando.
“Non va bene far finta di nulla e credere che il muro invisibile sia facilmente rimovibile” esorta il Ministro, “noi dobbiamo costruire nuovi argini per contrastare l’odio e abbattere questi muri invisibili” conclude Amendola anticipando la nomina da parte del governo Conte di un Commissario in contrasto al crescente antisemitismo.
Interessante l’osservazione di Marta Dassù che ha considerato l’odio antisemita come “indice dello stato di democrazia all’interno dei nostri paesi”, facendo notare che questo clima di intolleranza è nato a seguito della crisi del 2008, che non è stata solo economica, ma anche sociale, mettendo in crisi la stessa democrazia liberale nell’Occidente”. Inoltre, ha fatto chiarezza su come in questo momento l’antisemitismo si sia evoluto, “c’è del vecchio e del nuovo, come quello di destra che è legato in qualche modo al clima nostalgico che la crisi ha portato con sé, mentre in quello di sinistra, l’antisemitismo si mischia con l’antisionismo. – prosegue il Direttore di Aspenia – Poi c’è il caso francese, dove l’odio antisemita è proveniente dall’Islam radicale”. Il suo intervento si conclude ricordando cosa sia l’antisemitismo in questo momento, ovvero “l’anticipatore della crisi della democrazia liberale”.
L’ultimo a prendere la parola, prima delle riflessioni del pubblico, è stato il Professor Mario Toscano, il quale ha basato il suo intervento su un articolo uscito sul Corriere della Sera, scritto da Ernesto Galli Dalla Loggia, facendo un excursus storico dell’odio antisemita e convenendo che il tema principale su cui dobbiamo confrontarci è, anche per lui, la crisi della democrazia liberale.
Nella sua riflessione ha notato come ci sia stata una “straordinaria trasformazione negli ultimi quindici anni, che hanno portato i ceti deboli a ricercare nuove certezze, che alcuni hanno trovato nel passato”. Oltre a questo, ha sottolineato come “l’Italia non ha ancora fatto i conti col fascismo”, e questo viene confermato non solo dal clima di odio e intolleranza che stiamo vivendo, ma anche dai toni da Ventennio che alcuni politici, partiti populisti e movimenti di estrema destra utilizzano ancora oggi.