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    ROMA EBRAICA

    Boccione: il pasticciere di Portico d’Ottavia, 1978

    A Roma esiste una torta straripante di ricotta e cioccolato che fa impazzire tutti. Il forno che la produce si trova in via del Portico d’Ottavia e, nonostante l’insegna sia discreta o quasi assente, è impossibile non notarlo per via della coda che spesso si forma all’esterno.
    Qui, da oltre un secolo, è attiva la bottega della famiglia Limentani, oggi conosciuta come Forno Boccione, dove vengono preparati antichi dolci della tradizione ebraico-romanesca. Tra questi spicca la celebre pizza ebraica, ripiena di frutta candita, mandorle, pinoli e uvetta.
    L’appellativo “Boccione” fu affibbiato al capostipite, Cesare Israel Limentani, figlio di Sabatino e Pazienza Perugia, il quale, a quanto si racconta, da bambino fu accusato di aver infranto una damigiana a pallonate. Nato a Roma, 3 marzo 1880, sposò Rosa Spizzichino (nata a Roma il 26 febbraio 1883 e deportata il 16 ottobre 1943; non fece ritorno dai campi di sterminio), figlia del proprietario del forno, Abramo,  dalla quale ebbe sette figli. Arresto assieme alla moglie non è sopravvissuto alla deportazione.
    Ben presto il figlio di Cesare Israel, Settimio (Roma, 29 marzo 1921 – Roma, 17 aprile 1989) assieme alla sorella Graziella (Roma, 18 dicembre 1918- 24 agosto 2016) si occupò della gestione della pasticceria. Oggi i discendenti continuano la benemerita attività.

    FONTI: Archivio fotografico Salvatore Fornari, La Roma del ghetto
    Rosa Limentani, figlia di Settimio Limentani
    Anagrafe proveniente dall’Archivio Storico “Giancarlo Spizzichino” della Comunità ebraica di Roma

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