Serata
divertente e profonda allo stesso tempo al Tempio Beth-El di Roma. Allegria e
spiritualità trasparivano dalle note e dalle voci dell’orchestra Or Shalom,
accolta calorosamente dalla Comunità Ebraica per la “serata di pyutim libici”.
L’evento è stato promosso da Or Shalom, il centro culturale degli ebrei libici,
con il patrocinio dei templi libici di Roma e della comunità Roma. Moderata da
Hamos Guetta con intermezzi informativi, l’iniziativa è stata un grande
successo.
Sorrisi e
applausi hanno accompagnato musiche tradizionali cantate con partecipazione
dalla band, spesso con l’eco del pubblico. Particolarmente coinvolte e solenni
le voci di Ytzhak Bendaud e di Ya’akov Harel Guetta. Musiche libiche che fanno
sognare un mondo antico, intriso di tradizioni e spiritualità.
Il
presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun ha espresso il suo
entusiasmo per questa musica fulcro dell’identità ebraica tripolina: «Abbiamo
ascoltato musiche liturgiche che toccano corde molto profonde. È quanto di
bello siamo riusciti a portare via da un Paese che ci ha disconosciuti e
cacciato via in modo tragico. La cosa più preziosa che abbiamo portato via è la
nostra religiosità, le nostre tradizioni e le nostre musiche liturgiche che da
Israele ci hanno oggi riportato come un dono prezioso» ha spiegato Fadlun a
Shalom. Il presidente della comunità ha voluto anche ricordare l’antichità di
alcuni canti come “Bar Yochai”, composto da Rav Shimon Lavi nel Cinquecento a
Tripoli e ancora oggi cantato con la stessa antica melodia nei templi
tripolini.
Presente
anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, accolto da uno scroscio di
applausi e da una calorosa nota musicale. È stato il solenne suono dello shofar
a introdurre il discorso del rabbino capo, che ha elogiato l’iniziativa,
sottolineando il valore delle tradizioni musicali, che rappresentano un
elemento di «cultura e spiritualità ebraica che ci guida in questi giorni e
sempre. Kol ha cavod per quello che state facendo. Manteniamo queste
tradizioni!».
Hamos
Guetta ha spiegato a Shalom che «questa sera è successo qualcosa di
emozionante. Alcune persone sono state toccate in maniera fortissima,
indescrivibile. Penso che in molti abbiano fatto un viaggio indietro nel
passato. Ognuno dei presenti ha ricordato suo padre, suo nonno, il vecchio
tempio. Una volta si cantava molto bene e molto di più. Lo stimolo che ci dà
questa band è quello di ricominciare a studiare le nostre musiche e creare una
generazione di giovani che suoni anche gli strumenti che accompagnano i nostri
brani religiosi che hanno una musicalità bellissima».
Non solo
allegria, ma anche partecipazione e commozione hanno caratterizzato la serata
del Beth El. Dopo la riproduzione di una registrazione di un canto di Shalom
Tesciuba z’’l, l’ampio pubblico si è alzato applaudendo con coinvolgimento ed
emozione.
In questa
serata autunnale le melodie libiche della band israeliana hanno commosso e
fatto ballare e cantare il pubblico romano. Chissà però se presto si avvererà
l’auspicio di Hamos Guetta: “Questo gruppo è un invito a costruire un qualcosa
di musicale simile. Tutti i templi dovrebbero impegnarsi a farlo perché tutti
abbiamo una buona voce dentro”. Un auspicio per valorizzare e custodire le
diverse tradizioni ebraiche.