
Ghidon Fiano, grafico, editore e uomo di straordinaria passione per il suo lavoro, è scomparso all’età di 69 anni. Ha dato identità a decenni di pubblicazioni, eventi e momenti collettivi della comunità ebraica romana.
Il Rabbino Capo di Roma, Rav Riccardo Di Segni, lo ricorda come un innovatore, capace già negli anni ’80 di sperimentare con i font ebraici e la stampa digitale. “Abbiamo collaborato a numerosi libri, iniziative e pubblicazioni. Era estremamente paziente, non solo dal punto di vista tecnico ma anche umano, con le persone e le loro esigenze. Considerava quel lavoro una vera missione”, sottolinea.
Era molto impegnato nella vita ebraica della Comunità di Roma, come spiega Victor Fadlun, presidente della Cer, che ha definito Ghidon Fiano come un punto di riferimento per tutti i movimenti giovanili. Attivo fin da giovane nell’Hashomer Hatzair e poi membro del Vaad Orim, Fiano ha contribuito a innumerevoli progetti editoriali e culturali: birchonim, allestimenti per la Giornata Europea della Cultura Ebraica, partecipazioni per matrimoni e Bar/Bat Mitzvà, e migliaia di pubblicazioni che hanno accompagnato la vita di ogni famiglia. “Con discrezione e lontano dai riflettori, ha fatto crescere la nostra comunità grazie al suo valore, al suo impegno e alla sua passione”, ricorda Fadlun.
Per Lia Levi, scrittrice e fondatrice di Shalom, lavorare con Fiano è stata un’esperienza carica di energia positiva. “Si sentiva che non faceva quel lavoro solo perché era il suo mestiere, ma con passione. E quando lavori con passione, carichi di energia anche gli altri. Collaborare con lui era come dare ogni giorno la prova di un affetto reciproco”. Ricorda le lunghe giornate in tipografia, le bozze, le discussioni sui titoli e sullo spazio da ricavare a tutti i costi, sempre con il sorriso e con il senso dell’umorismo. “Per me Ghidon è stato sempre presente, anche adesso”.
La stessa passione è sottolineata da Giacomo Kahn, anche lui in passato direttore di Shalom, che ricorda come, nei momenti più difficili, Fiano non perse mai la pazienza né la dedizione alla sua missione. Curare le pubblicazioni ebraiche era la sua vita. “Non c’è famiglia ebraica romana che non abbia una pubblicazione curata da lui: libretti, partecipazioni, numeri speciali. Questo renderà il suo nome eterno”.
Riccardo Pacifici lo ricorda come un “facilitatore”, capace di risolvere problemi all’ultimo minuto con professionalità e spirito di servizio, sempre pronto ad aiutare, anche senza che fosse richiesto. “Molti hanno sottovalutato quello che rappresentava Ghidon”, racconta Pacifici, sottolineando come fosse più di un tipografo: quasi un custode della memoria della comunità, un precursore della digitalizzazione e un archivista attento, capace di preservare materiali storici che oggi testimoniano la storia ebraica romana.
Pacifici ricorda anche il suo fervente sionismo e la scelta del nome Ghidon, adottato dopo un’esperienza in Israele con l’Hashomer Hatzair. “Ghidon, come suggerisce il nome, è stato un combattente, sicuro che ora continui la sua battaglia insieme al suo amico Momo”, prosegue.
Pacifici ha dichiarato inoltre l’intenzione di fare tutto il possibile, in accordo con la Comunità, affinché venga creata un’associazione o un’iniziativa in sua memoria, per conservare e valorizzare la straordinaria mole di lavori e l’archivio che Fiano ha digitalizzato. “Forse il migliore luogo dove mettere tutto questo è nell’archivio storico, creando una sezione dedicata. Sarebbe molto funzionale, contiene molte cose che raccontano la Comunità e che completano l’archivio storico degli ultimi decenni”. Un modo per continuare a far vivere il suo lavoro e la sua passione, rendendo accessibile la memoria di chi ha dedicato la propria vita alla cultura e alla Comunità ebraica.
Tutta la redazione di Shalom si stringe attorno alla moglie Sira, ai figli e ai nipoti. Che sia il ricordo di Ghidon Z’’L di benedizione.