“Oggi siamo nei tempi del relativismo morale. Di
fronte alle barbarie che hanno colpito Israele il 7 ottobre, alcune persone
hanno condannato con il “ma”. In questo modo si sdogana il male. Il dualismo
non esiste: esiste il bene, il male è assenza di bene tanto quanto il buio è
assenza di luce”.
Bene e male, luce e buio. Come testimoniato dalle
parole del presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun, in un
periodo in cui la sicurezza dello Stato d’Israele e del mondo ebraico tutto
sono messi in discussione, l’evento di accensione della Hanukkiah a Piazza
Barberini non può non assumere una valenza differente. Ne sono tutti
consapevoli, le istituzioni presenti come le decine di persone accorse. Molte
di queste hanno una torcia rossa in mano, dove è ben visibile la scritta “bring
them home, now!”. Un chiaro riferimento agli uomini, alle donne e ai bambini
ancora in ostaggio dal 7 ottobre a Gaza nell’oscurità dei tunnel, come
sottolineato dalla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Noemi Di Segni, che ha introdotto il suo intervento auspicando loro di poter
tornare a vedere la luce del giorno, prima ancora delle candele di
Hanukkà.
Presenti all’evento anche la vicesindaca di Roma Silvia
Scozzese, l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia Jack Markell e
l’ambasciatrice del Canada in Italia Elissa Goldberg.
“Che questa Hanukkiah porti luce all’oscurità dei
nostri tempi e più pace per tutti noi”, ha augurato Goldberg.
Nonostante le difficoltà del momento, la serata è
stata di gioia e allegria, come da tradizione della festa.
Ecco persone di tutte le età radunarsi in cerchio e
ballare, famiglie unirsi per cantare insieme le Berachot, nell’atmosfera carica
dell’odore di Sufganiot e della musica ebraica suonata con trasporto da Josef
Anticoli. Come sempre, nello spirito voluto dagli Chabad Lubavitch di Roma,
organizzatori per la 36esima volta di questo appuntamento comunitario.
“36 è due volte 18, il numero che simboleggia la
vita. Raddoppiare la vita, cosa significa? Accendere la Hanukkià in una piazza
di Roma, in un momento come questo, assume un significato ancora più forte e
sentito – spiega Rav Shalom Hazan a Shalom – E sì, aumentiamo la luce, la
gioia, il livello di sentimento che inseriamo all’interno di ciò che facciamo.
E sì, distribuiamo i dolci. Per gioire e vivere insieme. Il nostro compito
durante Hanukkà non è solo di illuminare per noi, ma anche per gli altri,
quindi promuovere e far conoscere che il miracolo è accaduto, perché tutti
possano ringraziare KB e illuminare sé stessi e il loro ambiente. Chag Sameach!”.