Tra le numerose e interessanti iniziative organizzate in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, promossa dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e a cura del Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità Ebraica e dal Centro di Cultura Ebraica, nonché patrocinato dalla Comunità Ebraica di Roma, che avrà luogo la prossima domenica 18 settembre, ci sarà la presentazione del libro: “Shabbat Shalom. Il rinnovamento dell’umanità”( Gangemi editore). Il volume, curato da Dario Coen, dal Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Shmuel Di Segni e dallo psicoanalista e professore David Meghnagi fa parte di un ampio progetto che si colloca nella collana “Roma ebraica”. Il progetto è stato realizzato dal Dipartimento Beni Attività Culturali e della Comunità Ebraica di Roma con il contributo dell’Archivio Storico. L’incontro sarà moderato dalla giornalista Nathania Zevi.
Arricchito dalle le meravigliose illustrazioni di Micol Nacamulli,“Shabbat Shalom” è un testo che permette di conoscere meglio gli aspetti religiosi e tradizionali di uno dei precetti fondanti dell’ebraismo: lo Shabbat. L’espediente narrativo rende il testo fruibile e scorrevole: si tratta di una conversazione-intervista dedicata allo Shabbat tra il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni e lo psicoanalista David Meghnagi. Ma è il contenuto che colpisce poiché è in grado di prendere in esame i precetti base dello Shabbat declinandoli in tutti gli aspetti della vita di tutti giorni: dalla centralità della donna, agli aspetti religiosi e psicologici che ne conseguono, ma anche quelli culturali legati spesso alla convivenza col mondo circostante. “Shabbat Shalom” è una raccolta di riflessioni che offre punti di vista inediti sul famoso “Settimo giorno”, ma che al contempo scardina l’idea della rigidità delle regole e delle restrizioni legate allo Shabbat ,gettando nuova luce sui nuovi compromessi con la modernità.
Sono dialoghi che scorrono, in cui lo scrittore si da spettatore pagina dopo pagina, e che suscitano l’interesse non solo di coloro che osservano lo Shabbat, ma anche di chi non conosce l’importanza del settimo giorno, riuscendo a dialogare con tutti i lettori universalmente. Insomma, in questo testo c’è un po’ tutto: richiami filosofici, psicologici e sociologici ma c’è anche una profonda necessità di spiegare ed insegnare come lo Shabbat continui ad essere la “sposa” senza tempo del popolo ebraico.